Il motivo naturalmente, come direbbe Carlo Freccero, è sempre lo stesso: mancano le risorse.
Così ministro del Tesoro di fronte alla Commissione per il federalismo fiscale: “In alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali”. Di più: esiste “una tassatività del disposto costituzionale” che “affida allo Stato la competenza esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato”. “Se si applica il principio del costo medio,continua Tria – alcune Regioni dovranno avere risorse aggiuntive che, o vengono prese dalle altre, oppure devono ricevere una copertura”.
Dunque la situazione è chiara: senza una riduzione dei trasferimenti alle Regioni del Sud, la riforma potrebbe costare molto di più di quello che il Paese in questo momento si può permettere. Non solo: per avvicinarsi gradualmente a quell’obiettivo occorrerebbe riformare il catasto e introdurre i cosiddetti “livelli essenziali delle prestazioni” nella sanità .
Le regioni del Nord puntano a trattenere più gettito fiscale di quel che oggi, in virtù della cosiddetta sussidiarietà , non avviene, secondo il principio per cui chi più risparmia sulle spese, più gettito trattiene. A suo tempo il governo Berlusconi, spinto proprio dalla Lega – chiese e ottenne una legge delega sul federalismo fiscale. Ma da allora non si è fatto nulla perché, come ricordava il ministro Tria, per realizzare quella riforma ci sono solo due strade: o ridurre i trasferimenti a quelle efficienti, o compensare il minor gettito con nuova spesa
Così ministro del Tesoro di fronte alla Commissione per il federalismo fiscale: “In alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali”. Di più: esiste “una tassatività del disposto costituzionale” che “affida allo Stato la competenza esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato”. “Se si applica il principio del costo medio,continua Tria – alcune Regioni dovranno avere risorse aggiuntive che, o vengono prese dalle altre, oppure devono ricevere una copertura”.
Dunque la situazione è chiara: senza una riduzione dei trasferimenti alle Regioni del Sud, la riforma potrebbe costare molto di più di quello che il Paese in questo momento si può permettere. Non solo: per avvicinarsi gradualmente a quell’obiettivo occorrerebbe riformare il catasto e introdurre i cosiddetti “livelli essenziali delle prestazioni” nella sanità .
Le regioni del Nord puntano a trattenere più gettito fiscale di quel che oggi, in virtù della cosiddetta sussidiarietà , non avviene, secondo il principio per cui chi più risparmia sulle spese, più gettito trattiene. A suo tempo il governo Berlusconi, spinto proprio dalla Lega – chiese e ottenne una legge delega sul federalismo fiscale. Ma da allora non si è fatto nulla perché, come ricordava il ministro Tria, per realizzare quella riforma ci sono solo due strade: o ridurre i trasferimenti a quelle efficienti, o compensare il minor gettito con nuova spesa
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