Lo afferma Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia precisando: "ho seguito le polemiche relative all'inserimento di un libro su Acca Larentia. Mi pare che questo libro racconti una narrazione del tutto diversa da ciò che accade. All'epoca era un giovane democristiano ma quei ragazzi che morirono furono uccisi senza altra colpa se non quella di essere di destre e come tale reietti. Uccidere un fascista non era reato, ricorda Antoniozzi, e questo avvenne con i fratelli Mattei, con Sergio Ramelli e con tanti altri ragazzi che con la lotta armata non c'entravano niente e che vanno ricordati con rispetto.
Mi pare che il libro in questione abbia avuto una buona pubblicità e probabilmente venderà tante copie ma , nel rispetto dell'autonomia di chi organizza il Premio, forse sopraggiunge la tentazione di dare visibilità a un antifascismo sterile anche sul piano letterario e lo dico - conclude Antoniozzi - non avendo un passato riconducibile alla destra: la libertà editoriale è sacra ma è opportuno che non si dimentichi come nel nome di assurde battaglie ideologiche ragazzi innocenti persero la vita, chiaramente da una parte e dall'altra".
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