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sabato 6 aprile 2024

La Lega di Salvini si sta svuotando: in tre mesi più di 40 addii in tutta Italia


di Luca Roberto
Fonte Il Foglio 5 aprile 2024

E' una specie di grande esodo. E i numeri iniziano a essere importanti. Un po' lungo tutto lo stivale va componendosi la liquefazione della Lega salviniana, che perde esponenti, dirigenti e anche semplici militanti. Un fenomeno che avevamo già raccontato a fine dicembre, con il transito in corso verso Forza Italia. Ma che con l'avvicinarsi delle elezioni europee, e con il crescente malcontento accumulato all'interno del partito, ha risentito di una nuova accelerazione. "Il problema non sono nemmeno le espulsioni come quella di Toni Da Re, ma le decine di persone che se ne stanno andando da sole", ha raccontato al Foglio l'ideatore della lettera dei 21 dissidenti, Cristian Invernizzi, ex deputato ed ex segretario della Lega nella provincia di Bergamo. Così abbiamo contato e analizzato i casi di fuoriuscita dall'inizio dell'anno. La situazione per Matteo Salvini e i suoi è tutt'altro che tranquilla.

Complice la fronda nordista che ha iniziato a farsi sentire più spesso, con la lettera scritta da 21 leghisti dissidenti e indirizzata a Salvini, si potrebbe pensare che le uscite siano rimaste relegate soprattutto alle regioni settentrionali. Ma a vedere meglio, la dinamica accomuna nord, sud e centro. E ha come minimo comune denominatore l'insoddisfazione per la linea che il segretario ha impresso al partito. La prima a salutare, a inizio anno, è stata la vicepresidente del Consiglio comunale di Perugia Roberta Ricci. Una decisione presa con "dispiacere", ma resasi indifferibile dopo le divergenze con i vertici nazionali. Sempre nei primi giorni dell'anno ha lasciato la Lega anche Simone Pelloni, consigliere regionale in Emilia-Romagna. Così come Michele Facci, collega di Pelloni sempre in regione. E l'ex assessore alla Sanità dell'Abruzzo Nicoletta Verì, che ha deciso comunque di non far mancare il suo appoggio al presidente Marco Marsilio nella rielezione di inizio marzo. Tanto che, da civica, potrebbe essere riconfermata nella prossima giunta regionale.

Spostandosi a sud, ha lasciato la Lega per andare in Forza Italia l'ex sindaca di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, Maria Grazia Richichi. Altro che entusiasmo per il Ponte sullo stretto. Rumore ha fatto il passo indietro del segretario della Lega a Foggia Daniele Cusmai, secondo cui quello salviniano "non è più il movimento del 2016 né il partito che insieme a Matteo Salvini abbiamo costruito e ciò mi lascia un grande amaro in bocca". Risalendo la costa adriatica, hanno lasciato la Lega due importanti esponenti nel riminese: Luca De Sio, capogruppo del Carroccio nel Consiglio comunale di Rimini: "Mi sentivo a disagio, ma non me ne andrò in un altro partito", ha detto comunicando il passaggio al gruppo misto. E lo stesso ha fatto anche Bruno Galli, vicesindaco a Bellaria. Nelle vicine Marche, ha lasciato la Lega Francesco Totaro, consigliere comunale a Pesaro che ha parlato di un "amore mai sbocciato" con Salvini.

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