"Voluta dalla Lega che, per consensi e obiettivi, resta 'Lega Nord - prosegue il Movimento Neoborbonico - la legge ha raccolto le adesioni trasversali di diversi esponenti politici settentrionali anche di sinistra e di altri partiti. I governatori meridionali, finora, si sono distinti o per l'adesione imposta, forse, dal loro partito o per un'opposizione poco concreta". E tutto ciò, "mentre per anni i neoborbonici sono stati spesso accusati (senza alcun fondamento) di voler dividere l'Italia". "Abbiamo voluto ricordare ai governatori - dice il presidente del movimento, Gennaro De Crescenzo - un passato nel quale il Sud vantava primati positivi culturali, economici e sociali. L'Italia andava e andrebbe unita nei diritti, come non è mai avvenuto e come mai avverrà con questa riforma. Con iniziative finalizzate ad esempio alla valorizzazione delle produzioni locali, i politici meridionali del presente potrebbero e dovrebbero trovare proprio nel passato un nuovo senso di appartenenza e un nuovo orgoglio. Non si tratta, allora, di scendere in campo 'contro' il Nord - conclude la nota - ma per un Sud sempre meno rappresentato e difeso".
Una bandiera che riproduce lo stemma del Regno delle Due Sicilie è stata inviata ai governatori delle sette regioni meridionali (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) dal Movimento Neoborbonico per marcare la propria contrarietà all'approvazione della riforma sulla autonomia differenziata che, si legge in una nota, "di fatto sancisce le disuguaglianze in Italia e la divide, con il Sud destinato ad avere ancora meno diritti e servizi dopo oltre 160 anni di questione meridionale".
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