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mercoledì 2 agosto 2023

Calderoli rassicura Zaia: "autonomia entro l’inizio del 2024"




di Marina Della Croce
Fonte Il Manifesto 

A tranquillizzare il governatore del Veneto Luca Zaia, che lunedì sera aveva mandato una sorta di aut aut al governo sull’autonomia differenziata – «Se l’autonomia non arrivasse nella tempistica del 2024 vuol dire che abbiamo fallito come obiettivo. Ma non fallisce la Lega, fallisce il governo», aveva detto dal palco della festa della Lega a Cervia – ci ha pensato ieri sera il ministro Roberto Calderoli, che di quella riforma è il demiurgo. Parlando alla stessa platea in collegamento video, il responsabile governativo degli Affari regionali ha assicurato che il via libera al ddl si concretizzerà entro l’inizio del prossimo anno.

Il ministro Calderoli, lo stesso che a febbraio aveva impugnato davanti alla Corte costituzionale la Finanziaria regionale di Zaia che cercava di anticipare in Veneto l’autonomia tributaria, ha assicurato la volontà del governo Meloni di arrivare fino in fondo, «aperti al dialogo» ma nel merito, «senza accelerazioni ma senza stop».

L’esame del ddl Calderoli infatti va avanti in commissione Affari costituzionali al Senato dove ieri sono arrivate ulteriori richieste di riformulazione per alcuni degli oltre 400 emendamenti depositati dalle opposizioni, in particolare quelli di Azione-Iv riguardanti l’articolo 2 del testo. È noto che contro lo «spezzatino-Italia» non ci sia però solo l’opposizione. Emendamenti fioccano anche dagli stessi parlamentari di Fd’I e di FI.

Per Zaia, il governo «deve andare avanti», perché «è un progetto di modernità che vede impegnate, come per il presidenzialismo, le forze politiche della maggioranza nel contratto di governo. Il non approvare progetti come questi significherebbe rompere un patto. E quando il patto si rompe non si sa mai da che parte vanno i cocci». La frase del presidente del Veneto sembra un messaggio per la stessa Lega. Ma ieri i suoi collaboratori hanno ridimensionato l’intento del governatore: nessun ultimatum, solo una esortazione. E infatti Zaia ha infine ammesso che è «innegabile che questo governo abbia messo a terra iniziative sull’autonomia che altri non hanno minimamente pensato». Si riferisce ai Lep, i livelli essenziali di prestazione, uno dei punti più contestati. «Per assicurarli, e questa è precondizione irrinunciabile – afferma la coordinatrice nazionale di Iv Raffaella Paita – lo Stato finirà per spendere di più, alla faccia dei risparmi di cui parla il ministro Calderoli».

Anche la commissione Bilancio del Senato, ricorda Paita, «ammette che non si possono fare previsioni certe dell’impatto del regionalismo differenziato sulla tenuta economica e finanziaria del Paese, che quindi ci espone a incertezze e rischi gravissimi».

Eppure il governo tira dritto, come fa notare il Tavolo No Autonomia differenziata che ha lanciato una campagna di mobilitazione nazionale insieme alla Rete dei Numeri Pari, «con decine e decine di iniziative territoriali, in vista della manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma».

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