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lunedì 12 giugno 2023

Norberto Gallo: e' morto Silvio. Viva Silvio









di Norberto Gallo

E’ morto Silvio Berlusconi. All’ “Amor nostro”, come lo chiamava Marcenaro nella sua Andrea’s Version, stavolta non è riuscita l’ ennesima resurrezione. Mille volte dato per scomparso e ricomparso altre mille, pareva farlo apposta per far dispetto a quelli che ce l’ avevano sui cosiddetti.

Anzitutto la sinistra, di cui è stato il vero e unico fondatore nella seconda repubblica. L’ unico collante capace di tenere assieme per un ventennio post comunisti, post liberali, post democristiani e post quello che vi viene in mente, che senza cav riuscivano a malapena a trovarsi per litigare. Poi i nani e le ballerine confuse da un’ eccessiva autostima che aveva raggruppato in un centrodestra che amava rappresentare come l’ alternativa “ammerigana” alla tristezza degli altri.

Un riformista vero, in fondo, almeno fin quando l’ “Azienda” (il suo vero amore) glielo permetteva. Perché la vera rivoluzione di Silvio è stata quella culturale, prima della politica. Gli anni ’80 sono stati gli anni in cui tutto era berlusconiano senza averlo ancora saputo.

Gli anni di Drive In, che trasformarono yuppies e paninari in fenomeni di costume per gli italiani che cominciarono a guardare perfino il Gianni Agnelli tutto Fiat e coca con gli occhi del lettore medio di Class e Capital. Gli anni in cui perfino il fruttivendolo difronte casa diventò un self made man imprenditore di se stesso con il doppiopetto blu del Cuor Nostro. E l’ Italia “taaac” cambiò, senza programmazioni culturali e pedagogiche.

L’ Italia delle lotte proletarie e dei picchetti sindacali diventò l’ Italia dell’ “edonismo reaganiano” che Silvio contribuirà in maniera determinante a spandere a piene mani.

Ma di Silvio, siamo pronti a scommetterci, resterà soprattutto la sua grande passione per le tr…e. Quelle che lui, in un triplo salto carpiato in sede giudiziaria, dirà che pagava per evitare che si prostituissero. E la passione per il calcio. Con un Milan preso mentre fa su e giù dalla serie B e trasformato a suon di dané: Donadoni, Massaro, Galderisi e poi Sacchi, Gullit e Van Basten. O con l’ ultimo sfizio, quello del Monza tirata fuori dalla C1 con lo stesso metodo dei dané, con il rinforzino dell’ “autobus pieno di tr…e” come premio.

IL FUTURO

Preparatevi che nei prossimi mesi ne sentiremo tante sul futuro dei moderati, sul “Berlusconi che è in noi”, dei liberali. Qualcuno saluterà il gran signore, qualcun altro il vecchio puttaniere. Lo rimpiangerà soprattutto la sinistra che finito il giochino della seconda repubblica dovrà scoprire cosa significa sul serio liberal o laburista.

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