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lunedì 12 giugno 2023

Igor Colombo, Berlusconi: un gigante anticomunista in mezzo ai nani


di Igor Colombo 


Era il 16 ottobre del 1984 quando tre pretori delle città di Roma Torino e Pescara, ordinavano la chiusura del segnale delle reti Fininvest, l’interconnessione era sospesa e Rete 4, Canale 5 ed Italia Uno, venivano oscurate. L’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi subito intervenne con un Decreto per salvare l’azienda del suo amico Silvio Berlusconi. Fu il primo DL a prendere il nome del beneficiario , fu chiamato infatti Decreto Berlusconi, ma vanne bocciato dalla Camera dei Deputati. Dopo qualche giorno fu presentato un secondo DL e questa volta Craxi lo blindò ponendo la questione di fiducia. Il Decreto passò e poi fu convertito in Legge, Silvio Berlusconi fu salvato. Si può dire che da quella data vi fu effettivamente la discesa in campo, come fu ribattezza dallo stesso dieci anni dopo, del magnate di Arcore, in politica. Da allora amico leale e sostenitore di Craxi, se ne allontanò durante lo scoppio di Tangentopoli parteggiando per Di Pietro, tanto poi da offrirgli un posto di ministro nel suo primo governo. Ma la vita di Silvio Berlusconi è fatta di tante tappe, una delle più importanti certamente quando sbarrò la strada ai post comunisti nelle elezioni del 1994 andando al governo del Paese con un partito appena nato da qualche mese, Forza Italia ed una alleanza a nord con la Lega ed al sud con l’Msi che da li a poco diventerà Alleanza Nazionale. Silvio Berlusconi è stato certamente l’uomo politico che ha segnato l’epoca dopo il terremoto di
Mani Pulite, colui che ha dato l’avvio alla cosi detta età berlusconiana per l’appunto. Per primo intuì l’importanza del nuovo sistema elettorale maggioritario e creò il bipolarismo in Italia. Alle elezioni si sarebbe dovuto scegliere tra due grandi poli: centrodestra o centrosinistra. Le inchieste ed i procedimenti a suo carico, le accuse di associazione mafiosa, di corruzione , il Bunga bunga, tutte vicende che hanno segnato la storia politica dell’ultimo trentennio. Berlusconi a differenza di molti, da Occhetto, passando per D’Alema, Fini, La Russa e finendo anche al comico Beppe Grillo con il suo M5stelle, non ha mai tradito le sue idee e convinzioni politiche, liberale è nato, liberale è morto. Ha sempre rivendicato il suo pensiero profondamente anti-comunista ma allo stesso tempo non si è mai tuffato nel gergo del politicamente corretto usando l’antifascismo come strumento per accreditarsi simpatie a livello europeo, anzi è stato sempre lapidario su certi argomenti, licenziando laconicamente che su certi giudizi storici non ci sta neppure bisogno di soffermarsi, riferendosi proprio alla storia del Fascismo. Si ricorda il suo tentativo riuscito poi, di portare nell’alleanza di centrodestra per le elezioni del 2006 anche Forza Nuova (una delle forze politiche componenti il cartello elettorale di Alternativa Sociale); con l’intenzione di non regalare neppure un voto alle sinistre arcobaleno. Silvio Berlusconi è stato forse l’ultimo politico di spessore ed importanza che l’Italia abbia avuto, subito dopo la fine di Tangentopoli, questo al netto di avversioni politiche ed ideologiche. E’ stato l’uomo che ha diviso una nazione, tra chi era a suo sostegno e chi no, questa è prerogativa dei grandi uomini. Dispiace non avergli visto mantenere una sua promessa fatta quindici anni orsono, quando dichiarò la volontà di costruire ospedali nelle parti più povere del mondo una volta terminato il suo impegno in politica. Purtroppo con l’attività politica ha sempre continuato e seguito fino all’ultimo dei suoi giorni. Chissà forse lo avrà fatto perché non ha mai intravisto la persona giusta e degna a cui lasciare lo scettro. Oggi la cattiveria di chi festeggia la sua dipartita è infinitamente meno ipocrita e squallida di chi, per tanti anni lo ha avversato oppure lo ha tradito nel suo percorso, ed ora gli tributa cordoglio ed ammirazione.

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