La maggior parte delle regioni spagnole sta iniziando a uscire dalla quarantena a partite da lunedì. Nella prima fase, i locali possono muoversi liberamente all’interno della provincia o del distretto, i caffè e i ristoranti vengono riaperti, i parchi e le palestre vengono aperti e le università e alcune scuole si stanno preparando a riprendere gli studi.
Grosso malcontento per le misure di quarantena si è manifestato da parte di molti cittadini che richiedono la completa libertà senza restrizioni e proteste di piazza sono state fatte rumorosamente per le strade di Madrid, così come sono avvenute varie proteste in altre città spagnole.
La Spagna ha il secondo maggior numero di persone infette al mondo e il quarto maggior numero di deceduti. Tuttavia, non tutti gli esperti sostengono la revoca delle misure di quarantena, temendo un nuovo focolaio perché non tutti vorranno seguire le regole della nuova realtà della fase 2.
La Spagna si trova in un grave momento di crisi non soltanto sanitaria ed economica ma anche sociale per effetto delle misure di blocco di quarantena.
In molti non sono disposti ad accettare la “nuova normalità del distanziamento sociale, uno pseudonimo dietro il quale si nascondono una serie di restrizioni che dovrebbero modificare le abitudini della gente in termini di annullare il contatto sociale, un sistema imposto dove sembra che i cittadini dovranno camminare distanziati e con sguardi circospetti, misurazioni e mascherine per rispettare il “distanziamento” ed evitare di toccare quello che qualcun altro ha toccato, procedendo con mille precauzioni, come ci racconta Luciano Lago dalle colonne di Controinformazione in un interessante articolo che potete leggere cliccando qui.
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