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sabato 25 aprile 2020

25 aprile, siamo davvero liberi? L'interrogativo dei sovranisti Bonfiglio e Garagliola


Ma siamo davvero liberi? E' l'amletico dubbio che si pongono Stefania Bonfiglio combattiva consigliere comunale di Magenta, comune di quasi 24 mila abitanti della città metropolitana di Milano, eletta nelle file della Lega ed approdata nelle file del gruppo misto e di Lorenzo Garagliola responsabile di Fratelli d'Italia per la zona del Ticino, in questo interessante post che pubblichiamo integralmente.


MA SIAMO DAVVERO LIBERI?

Mai come in questo momento di emergenza sanitaria e di quarantena, ricorre sempre nelle nostre giornate e nei nostri pensieri la parola libertà. Ma cos'è la libertà?
• Da Treccani: capacità del soggetto di agire o di non agire senza costrizioni o impedimenti esterni e di autodeterminarsi scegliendo autonomamente i fini e i mezzi atti a conseguirli.
Oggigiorno le scelte che compiamo non sono libere, ma sono condizionate da meccanismi di manipolazione sociale. Le nostre libertà di scelta sono limitate da fattori di tre tipi:
1. economici
2. sociali
3. culturali
Economici: scegliamo in base alle disponibilità economiche e al marketing pubblicitario. Quando acquistiamo un prodotto generalmente lo facciamo inconsapevolmente, senza conoscerlo a fondo ma indotti dalla pubblicità come dalla moda. La nostra scelta è condizionata anche dal lavoro dei direttori di marketing grazie a diversi meccanismi psicologici e neuro-scientifici. Dopodichè la scelta sarà dettata dalla nostra disponibilità economica. Un esempio facile da comprendere è l’induzione all’acquisto di un prodotto al posto di un altro tramite dei meccanismi che ci portano a comprare ciò che viene prodotto all'estero invece di quello proveniente dalla nostra Nazione. Ne è una testimonianza l’olio della Tunisia, venduto a un prezzo pari a quasi la metà rispetto a quello italiano.
Sociali: l'ambiente in cui viviamo condiziona gli usi e i costumi come le abitudini. Questo significa che vivendo in una determinata area geografica piuttosto che in un'altra, o anche solo in campagna rispetto alla città, i nostri gusti e i nostri interessi saranno quelli del nostro ambiente di provenienza, che si sono sviluppati nel tempo. L’ambiente è anche la famiglia: proviamo a considerare due famiglie, la prima composta da laureati e la seconda da persone che si sono diplomate in istituti tecnici. I figli, con molta probabilità, cresceranno con capacità di elaborazione concettuale e di utilizzo delle parole differenti e questo comporterà il frequentare ambienti sociali differenti, che ne condizioneranno le scelte di tutta la vita.
Culturali: la cultura viene presentata e riscritta tanto quanto la storia viene scritta dai vincitori e non dai vinti. Un esempio è il tragico sterminio delle Foibe, riportato alla luce nei libri di testo delle scuole in Italia solo dopo il 2002. Altro esempio è rappresentato da Bombacci, uno dei fondatori insieme a Gramsci e a Bordiga del Partito Comunista a Livorno nel 1921, ma cancellato dai libri di storia delle nostre scuole perché, oltre a essere il referente tra Stalin e Mussolini, venne ucciso e appeso a fianco di quest'ultimo in piazzale Loreto.
Insomma, le nostre scelte non sono libere : sono indotte.
Inoltre, Elias Canetti e Josè Ortega y Grasset ci spiegano che viviamo nel tempo delle masse. Ci viene venduta la libertà come una scelta individuale quando oggi, seguendo gli studiosi sopra citati e, non per ultimo, il sociologo marxista Niklas Luhmann teorico dei sistemi sociali, gli individui fanno parte di una massa e come tale seguono un pensiero unico di cui non sono gli artefici, anche seguendo logiche irrazionali. Ne è un esempio ciò che accade oggi analizzando il comportamento delle persone in relazione alla paura di un contagio da covid 19. Instaurata la sensazione di paura all’individuo tramite i canali di comunicazione, è venuto a crearsi un di panico di massa: vedendo una persona camminare sotto casa molti hanno iniziato ad inveire contro la stessa, non conoscendo tra l'altro i motivi dello spostamento. La massa segue comportamenti dettati da situazioni esterne alla loro reale scelta individuale e quindi il comportamento come presentato e evidenziato spesso nelle ultime settimane è stato indotto dalla paura condizionata dal virus e dai media.
Oggi è il 25 aprile. Il coro si alza chiedendo di cantare “Bella ciao”, una canzone riferita ai Partigiani comunisti che combattevano da minoranza per un sistema totalitario come il regime comunista di Stalin. Quindi sorge una domanda: ma con questa premessa, quale libertà celebrano?
Se quanto da noi sopra espresso è un ragionamento di carattere filosofico e sociologico sappiamo che oggi, per la maggioranza delle persone che vive in occidente, la libertà è sinonimo di democrazia. La maggioranza delle persone che celebra il 25 aprile in nome della libertà non vorrebbe mai una dittatura totalitaria di tipo stalinista ma, a causa di una manipolazione culturale e sociale, è indotta a cantare “Bella ciao”, canzone spiccatamente simbolo dei partigiani comunisti che per tutto potevano combattere ma certamente non per la democrazia e la libertà di cui parliamo oggi.
Ecco dove sta la libertà: nella conoscenza e nella consapevolezza, non nell'appropriazione partitica manipolatoria atta a creare ulteriori divisioni sul nostro suolo, tra fascisti e antifascisti e, come ben sappiamo per questioni storiche, non esistono più i primi e tanto meno possono esistere i secondi.

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