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lunedì 15 aprile 2019

Il futuro dell'Europa è nelle sue radici. Il partecipato corteo sovranista di Catania

Il futuro dell'Europa è nelle sue radici,  Europa identitaria sovranisti per una Europa dei popoli sono due degli striscioni utilizzati dai militanti identitari e sovranisti che hanno sfilato nel pomeriggio di sabato 13 aprile a Catania. Un evento organizzato per festeggiare il decennale delle attività di Cervantes e per riportare al centro del dibattito politico la posta in gioco di questa stagione : la consapevolezza che dietro una tecnostruttura chiamata Unione Europea esiste una comunità di popoli e nazioni che vuole determinare culturalmente e politicamente l'Europa di sempre.
Del corteo sovranista, organizzato da FederAzione della giornata identitaria di Catania, ci parla con maggiori dettagli, questa nota, diffusa alla stampa da Cervantes che riportiamo per intero.



Ordinata, solare, pacifica. Colorata dal tricolore e animata dal mito fondativo: l’Europa, patria carnale e spirituale. La manifestazione “Europa identitaria”, organizzata nella giornata del decennale di attività di Cervantes, è stata un successo di piazza e l’occasione per l’intera comunità di FederAzione di portare al centro del dibattito pubblico la posta in gioco di questa stagione cruciale: la consapevolezza che dietro la tecnostruttura chiamata Ue esiste una comunità di popoli e nazioni pronte a riappropriarsi degli strumenti per determinare politicamente e culturalmente quel “continente di complessità” che è l’Europa di sempre. Lo hanno urlato con tutta la loro voce più di duecento italiani provenienti da Nord a Sud che si sono dati appuntamento a Catania – porta e “porto” d’Europa dove le mafie immigrazioniste hanno flirtato con il network mediatico e politico dei decostruzionisti – per manifestare l’adesione delle realtà identitarie all’idea di Europa come rivoluzione, come moto perpetuo della storia, come soggettività da rivitalizzare partendo dalla cura delle proprie radici. Ecco perché l’Unione di Bruxelles - progetto già imploso e sconfessato in ogni prova sostanziale di democrazia - va superata per far posto a una fase costituente la quale, parafrasando Alain de Benoist, non potrà che prevedere la sussidiarietà “ascensionale” tra Stati sovrani e non più l’arbitrio e l’ingegneria politica della burocrazia Ue sulle pelle dei popoli. Dal profondo Sud, il messaggio lanciato da FederAzione e dalla piazza di Catania è che esiste una generazione consapevole, con le idee a posto, pronta a rivendicare in ogni luogo – d’intesa con tutti i sovranisti sparsi nel Continente - la missione dei popoli europei: non un condominio di province rissose, pedine del grande gioco multipolare, ma comunità di destino capace di elaborare sintesi “universali”. Proprio ciò che fa più paura agli architetti del post-umano.

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