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giovedì 11 aprile 2019

25 aprile, lo strappo di Salvini: "Non sfilo coi fazzoletti rossi". L'ira dell'Anpi

Mancano poco meno di 15 giorni al 25 aprile, giorno in cui, secondo calendario, si è la Festa della Liberazione e già si infiammano infinite polemiche politiche. Nel giorno sacro a vecchi e nuovi partigiani, il ministro dell'Interno Salvini non sarà a "sfilare qua o la" per celebrare la Resistenza, andrà invece a Corleone, tra le forze dell'ordine che combattono, senza tregua, ogni giorno, la mafia. Salvini a quanto pare non andrà all'Altare della Patria, forse non accompagnerà il Capo dello Stato all'apertura delle celebrazioni e chissà se non parteciperà neppure ad una delle tante iniziative organizzate (dall'Anpi e non solo) in tutta la penisola. "La lotta a camorra, 'ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita - ha detto il ministro leghista a margine della festa della polizia - Vado a Corleone a sostenere le forze dell'ordine nel cuore della Sicilia". Alla faccia dei partigiani.Non sarà solo la sua assenza a pesare. A colpire il segno sono anche e soprattutto le parole. Salvini non intende "sfilare qua e là" con "fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi". Insomma: non vuole associare la sua immagine a quella di chi colora i cortei partigiani nelle cittadine italiane. Uno strappo col passato importante. Legittimo, per carità. Ma è pur sempre una rottura.

Ovvia e scontata la reazione della sinistra. Il primo a prendere posizione non poteva che essere Emanuele Fiano, già firmatario di un progetto di legge contro la diffusione dei gadget del fascismo e del Duce. "Noi ci auguriamo che il ministro dell'Interno sia in prima fila per combattere la criminalità organizzata tutti i giorni, come purtroppo sembra non fare. Ma il 25 aprile è il giorno della Liberazione. Cioè della rinascita della democrazia nel nostro Paese e ogni vero amante della nostra Repubblica dovrebbe onorarlo senza ma e senza se". Per Fiano le "frasi sciocche" di Salvini sono "sconcertanti", perché si ricorda "del suo ruolo per la lotta alle mafie in modo strumentale solo per offuscare il valore di una giornata storica e alimentare in modo sempre più netto la negazione del valore dell'antifascismo come fondamento della Repubblica".La notizia ha irritato parecchio anche l'Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani. La presidente Carla Nespolo è convinta che Salvini non voglia "onorare con il dovuto rispetto l'antifascismo e la lotta partigiana". "È istituzionalmente doveroso - ha detto ieri sera - che Salvini esca dalla sua brutale propaganda contro una festa nazionale che ricorda tante donne e uomini sacrificatisi per ridare all’Italia la libertà sottratta dalla violenza e dai crimini del fascismo e del nazismo".

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