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domenica 20 gennaio 2019

La strategia anti Ong di Salvini: cuori aperti ma porti chiusi

"Il cattivo non sono io: i cuori sono aperti ma i porti italiani restano chiusi". La strategia di Matteo Salvini non cambia. Il vice premier del governo Conte non ha ripensamenti dopo l'ennesima tragedia del mare. Nella consueta diretta Facebook il leader del Carroccio capovolge la lettura che lo vede tra i principali responsabili del naufragio e della conseguente perdita di vite umane.
Il ministro dell'Interno fa notare agli ascoltatori che da qualche giorno una nave appartenente ad una Organizzazione non governativa è tornata a solcare le acque prospicienti alla Libia.
Ed è chiaro ed evidente che i trafficanti di esseri umani di fronte alla possibilità di tornare ai loro affari ne hanno approfittato, precisa Salvini, sempre più convinto che l'unico modo per evitare morti in mare sia fermare le barche in partenza ed imporre uno stop ai viaggi della speranza. 
Al Ministro dell'Interno non interessano, in alcun modo, gli attacchi dei suoi detrattori, piuttosto i dati che snocciola con forte orgoglio, in virtù dei quali, dall'inizio dell'anno siamo fermi a quota 100 arrivi mentre l'anno scorso, nello stesso periodo furono 2000, un calo del 94%.
Quindi, alla luce di questi risultati, si continua con la seguente linea politica: "difesa dei confini e porti chiusi" assicurando di voler aprire i corridoi umanitari al più presto e per questo motivo a marzo tornerà in Africa per offrire a chi scappa veramente dalla guerra asilo in Italia.

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