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venerdì 5 luglio 2024

Alemanno attacca il governo Meloni: è il più liberista della storia della repubblica



"Dopo aver visto, con la guerra in Ucraina, che questo è il governo più atlantista della storia della Repubblica, dobbiamo constatare che è anche quello più liberista. Il ministro Giorgetti parla di grande successo economico dell’Italia, ma in realtà la vendita di ITA a Lufthansa rappresenta la consegna in mani straniere di un ramo strategico di quello che rimane delle nostre aziende di Stato. Un paese a vocazione turistica come l’Italia senza una compagnia di bandiera, è una follia non solo finanziaria ma soprattutto strategica che pagheremo nel tempo con l’ulteriore riduzione del nostro patrimonio industriale e di servizi. Tra non più di 10 anni anche la sigla ITA scomparirà e rimarrà soltanto Lufthansa. E’ vero che abbiamo smesso di finanziare un carrozzone come era diventata Alitalia, ma non si comprende perché questa azienda non poteva diventare competitiva come altre società a controllo pubblico come Eni, Enel, Leonardo e Ferrovie dello Stato. Ovviamente una spinta decisiva su questo percorso è stata data dalla Commissione europea, sempre severissima a sanzionare gli aiuti di Stato e le violazioni delle regole di concorrenza, ma solo quando questi problemi riguardano l’Italia.
Lo scrive sui suoi canali social Gianni Alemanno, segretario nazionale di Indipendenza, precisando: "se a questa sconfitta economica si aggiunge la volontà di dismettere quote azionarie di Eni, Enel e Poste Italiane, nonché di rimettere immediatamente sul mercato le Acciaierie ILVA, è chiaro che questo governo sta seguendo la linea dell’ultraliberismo, persino con più determinazione dei governi Monti e Draghi, non comprendendo che nella globalizzazione (e tanto più in un periodo di guerra come quello in cui stiamo vivendo) l’intervento dello Stato è fondamentale per difendere l’economia nazionale e le sue filiere industriali. Siamo l’unico paese al mondo che in questo difficile momento economico continua follemente a spingere sul pedale delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, che diventano inevitabilmente svendita del nostro patrimonio industriale al capitale straniero.


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