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martedì 9 aprile 2024

Palermo, voto di scambio: arrestato l’ex consigliere di FdI Mimmo Russo




Mimmo Russo, sui banchi del consiglio comunale di Palermo è stato seduto per più di 20 anni. Un autentico globe trotter della politica. E' passato da Alleanza Nazionale al Movimento per le Autonomie, da Azzurri per l'Italia fino al movimento civico Palermo 2022 che sosteneva Leoluca Orlando, fino ad approdare in Fratelli d'Italia.
Sindacalista, votato anima e corpo alla causa dei precari della pubblica amministrazione, oggi è finito in carcere per per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Un'inchiesta, quella dei carabinieri e della Dda di Palermo, in cui sono confluite le dichiarazioni di una decina di pentiti e numerose intercettazioni che svelano i legami pericolosi e gli interessi illeciti dell'ex consigliere. Gli atti dell'ultima indagine palermitana sui rapporti tra mafia e politica finiranno anche alla commissione Antimafia che ha chiesto le carte ai pubblici ministeri del capoluogo e a quelli di Bari e Torino che stanno facendo accertamenti su altri casi di voto di scambio. Insieme all'esponente di Fratelli d'Italia, sospeso oggi stesso dal partito, sono coinvolti nell'indagine il figlio dello spietato killer di Cosa nostra Filippo Marchese, Gregorio, "costola" di Russo, dice il gip, e suo grande sponsor, e Achille Andò, faccendiere massone e consulente di società edilizie interessate a realizzare un centro commerciale nella borgata palermitana di Roccella. Secondo gli inquirenti, per anni l'ex consigliere avrebbe utilizzato per i propri interessi la funzione pubblica inquinando le campagne elettorali, comprando voti da Cosa nostra, condizionando procedimenti amministrativi per favorire amici. In cambio dell'appoggio elettorale, Russo avrebbe promesso e procurato posti di lavoro a mafiosi e a loro familiari nei supermercati Conad o in cooperative e associazioni finanziate con fondi pubblici come la Social Trinacria Onlus. Dall'inchiesta è venuto fuori anche che l'ex consigliere, che ha fallito la rielezione nel 2022, avrebbe messo a disposizione il proprio ufficio Caf per l'affidamento in prova ai servizi sociali di diversi condannati per mafia che, grazie al suo aiuto, sarebbero così riusciti a lasciare il carcere. Oltre alle assunzioni ai mafiosi Russo avrebbe dato soldi e buoni benzina poi usati dai clan per comprare il consenso in quartieri come lo Zen e il Borgo Vecchio, assicurando così a Cosa nostra di fatto il controllo delle elezioni comunali e regionali. Da presidente della Commissione Urbanistica al Consiglio Comunale di Palermo si sarebbe poi messo a disposizione per soddisfare interessi di persone vicine alla mafia, dando alle cosche il controllo di concessioni, autorizzazioni e appalti. Per le comunali del 2022, in cui non riuscì a salire a Palazzo delle Aquile, si sarebbe inoltre fatto promettere, con la mediazione di Gregorio Marchese, un pacchetto di voti da Achille Andò. In cambio gli avrebbe assicurato che, una volta eletto al Consiglio Comunale, si sarebbe speso per l'adozione di provvedimenti amministrativi in favore delle due società per cui lavorava, la Building Plot srl e la Building interessate a realizzare il centro commerciale a Rocella.

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