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domenica 4 febbraio 2024

Lo stupro di Catania non merita la prima pagina: gli aguzzini sono clandestini “accolti” perché minorenni



Lei è una ragazzina. Lui, il fidanzato, ha solo 17 anni. I passanti li hanno soccorsi mentre in lacrime e sotto choc chiedevano aiuto in via Etnea, il corso principale di Catania. La città è sconvolta. La presidente del Consiglio ha promesso che verrà fatta giustizia. Eppure la notizia non “buca” su alcune prime pagine: Repubblica evita, La Stampa pure, Avvenire fa lo stesso, Il manifesto non menziona proprio l’accaduto, il Domani dedica al fatto quattro righe omettendo di scrivere che il branco era nero, cioè composto da egiziani entrati illegalmente in Italia e accolti in comunità perché minori. Per l’Unità nulla è successo. Per Il Fatto quotidiano la notizia non è da prima pagina.

Le ragioni sono evidenti, ma è bene riassumerle: la vittima non si chiama Ilaria e non è una maestrina con la spranga rossa, il branco è composto da immigrati irregolari, la notizia non può essere usata contro il governo Meloni, nessuno ha evocato il patriarcato. Questo mix di elementi rende la notizia di terza-quarto piano. Ma se lo fai notare… scatta l’allarme per l’attacco alla “libera” stampa.
I giovani del Pd catanese mettono subito le mani avanti: “Ancora una violenza, ancora una vittima, ancora una donna. Verrà strumentalizzata la nazionalità degli stupratori, si dirà che ‘è capitato perché c’erano quelli’. Ma la verità è che gli stupri non hanno nazione e gli stupratori non hanno nazionalità”. Giusto, ma se hanno una certa nazionalità la cosa va nascosta o ignorata? Colpisce che per questi il principale problema sia che verrà strumentalizzata la nazionalità degli stupratori. Non solo, ma affermano pure che la responsabilità dell’aumento delle violenze sarebbe legata al fatto che “il consultorio autogestito ‘mi cuerpo es mio’, tra i pochi presidi antiviolenza presenti, è stato sgomberato”. In fondo dunque il branco non ha tutte le colpe… come scrive la collega Vittoria Belmonte su Il Secolo d'Italia, quotidiano on line della Fondazione Alleanza Nazionale. Articolo che potete leggere integralmente cliccando qui 

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