"L'opzione semipresidenzialismo fa parte delle richieste della destra politica, mai accolte. Il modello francese, per intendersi. Era un'opzione legittima ma ampiamente minoritaria. Devo dire che io non ho cambiato opinione: ero un convinto sostenitori del semipresidenzialismo francese e lo resto. La destra al governo ha dovuto prendere atto che il presidenzialismo non era praticabile perché all'interno della coalizione c'era dissenso di Lega e Fi. La politica è realismo e Meloni ne ha preso atto e ha trovato con gli alleati un'intesa su un altro modello. Spiace che, non avendo potuto guardare a Parigi, l'attuale governo non abbia dato un'occhiata a Berlino".
Lo ha affermato Gianfranco Fini, ultimo segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale, unico e solo presidente di Alleanza Nazionale, ex Presidente della Camera Dei Deputati al seminario sulle riforme alla Camera.
"Nell'intento di rafforzare i poteri del capo del governo e la stabilità ",precisa Fini, il modello tedesco sarebbe stato "la facile più facile da comprendere. Il modello tedesco determina stabilità con la sfiducia costruttiva: il governo non va più bene? Se l'aula è in grado di proporre un'alternativa si procede. Non conosco le regioni per cui il modello tedesco non sia stato preso in considerazione. Mi dispiace. Anche alla luce di un fatto politico: la disponibilità del Pd a ragionare su un'ipotesi di cancellierato. Chi ha un minimo di esperienza parlamentare sa che le riforme si possono anche fare a maggioranza, ma poi il referendum non sempre conferma quella volontà ".
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