Distrazione e uso improprio di fondi pubblici europei. Con questa accusa la Procura di Parigi chiede di processare il Rassemblement National e 27 persone, tra cui la leader Marine Le Pen, il padre Jean-Marie e altri 9 eurodeputati, 12 assistenti parlamentari e 4 collaboratori del partito dell'ultra-destra francese. I fatti risalgono al periodo 2004-2016 quando c'era ancora il Front National.
Dopo un'inchiesta durata sette anni, il sospetto dei magistrati è che il partito abbia messo in atto un sistema di deviazione indebita dei 21mila euro mensili assegnati dalla Ue a ciascun deputato per pagare gli assistenti degli europarlamentari e che lo abbia fatto «in maniera concertata e deliberata». Di fatto, il Front National avrebbe utilizzato quei fondi per retribuire personale che invece lavorava del tutto o in parte per il partito, con un notevole risparmio per le casse del movimento dell'estrema destra francese.
Il Parlamento europeo, che si è costituito parte civile, ha calcolato in 6,8 milioni di euro il danno subìto tra il 2009 e il 2017. E se avrà seguito la richiesta della Procura parigina, ora al vaglio dei giudici, la leader del Rassemblement National e le altre figure dell'ex Fn, rischiano fino a dieci anni di carcere, un'ammenda che può arrivare a 1 milione di euro e una pena complementare che prevede l'ineleggibilità per un periodo di dieci anni.
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