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venerdì 29 settembre 2023

Salvini rispolvera la Lega nazionale. Obiettivo: superare quota 10% alle Europee

 



di Angelo Bruscino

Fonte Huffington Post 




Ultima chiamata per la Lega nazionale. Non è solo una competizione da destra, quella che Salvini ha scatenato su Giorgia Meloni, per cercare di risalire la china rispetto all’exploit delle ultime Europee, e per riguadagnare un po’ di agibilità politica in un governo a trazione Fratelli d'Italia. Salvini sta infatti riproponendo il suo progetto “nazionale”, croce e delizia che lo aveva portato al già citato exploit, prima di perdere clamorosamente consensi durante i governi Conte II e Draghi.

Il progetto politico del “Capitano”, infatti, da quando è alla tolda del comando, si è mosso su due direttrici. L’una con lo spostamento a destra di un partito che, con Bossi era saldamente antifascista e che D’Alema addirittura definiva “costola della sinistra”. Spostamento - dal liberalismo federalista originario del politologo ed eminenza grigia del leghismo degli albori, Gianfranco Miglio - favorito, per ironia della sorte, proprio da Salvini, antico frequentatore del Leoncavallo e originariamente appartenente alla corrente dei “comunisti padani”. La seconda direttrice di Salvini, inoltre, è stata la trasformazione della Lega da partito federalista, espressione del profondo Nord, in partito nazionale. Trasformazione che, dapprima, portava alla crescita del partito anche a Sud, sebbene a macchia di leopardo, ma che, dopo una prima fase positiva, vedeva un indebolimento del progetto, anche a seguito del minore appeal che il partito poi registrava nelle famose valli padane, originari feudi del Carroccio. Se la nuova linea di destra sembra un fatto acquisito, è proprio la linea nazionale a essere ancora oggetto di dibattito. Certamente, Salvini ha recuperato parte del consenso perso durante i Conte II e Draghi. Ora si tratta di capire, se la scelta di riproporre la “Lega nazionale” sia vincente o meno. Simbolo di questa nuova metamorfosi dovrebbe essere il Ponte sullo Stretto, cavallo di Berlusconi che Salvini ha fatto suo.
I mal di pancia, comunque, si sono palesati già mesi fa con il Comitato Nord e, più recentemente, con le interviste di Roberto Castelli, che ha dichiarato di lasciare la Lega, e le ficcanti critiche di Mario Borghezio. Se alle Europee la Lega dovesse superare agevolmente il 10%, ridurre la distanza con FdI e staccare FI, la scommessa di Salvini si sarà dimostrata vincente. Una scommessa che riguarderà non solo la capacità del Carroccio di rappresentare tutto lo Stivale, ma anche la rappresentanza del Sud nei riguardi della Ue, dove si gioca un’altra partita strategica.

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