Di Marcello Taglialatela
Il 7 settembre del 1860 Giuseppe Garibaldi fece il suo ingresso a Napoli dove fu accolto da una folla tanto festosa quanto stordita.
Entro' in città in treno utilizzando inconsapevolmente una delle opere pubbliche di maggior pregio del regno borbonico, quella ferrovia che in pochi sanno congiungesse Napoli non con Portici, bensì con Nocera. Una ferrovia che non collegava due Palazzi reali ma la capitale del regno con le aree interne. Realizzata con una formula innovativa, quella del progetto di finanza che non aveva impegnato fondi pubblici ma garantiva comunque un uso popolare del mezzo di trasporto.
Garibaldi viene descritto come un eroe nazionale ma spesso si dimentica che due volte.prima e due volte dopo l'Impresa dei Mille fu ospite in Inghilterra di esponenti della massoneria e del governo britannico che consideravano l'Italia sabauda uno stato vassallo ed il regno borbonico un nemico dei loro interessi nel Mediterraneo.
Garibaldi fu "adottato" dagli inglesi che finanziavamo le sue imprese e che protessero con la loro flotta lo sbarco di Marsala.
Il suo coraggio è ovviamente fuori discussione e probabilmente nemmeno si rendeva conto che il suo ruolo più apprezzato dalla massoneria internazionale non era quello di eroe ma quello di strumento per alimentare guerre che i meridionali ed i napoletani in particolare non ebbero la capacità di comprendere.
I Borbone ed il Regno di Napoli costituivano un ostacolo agli interessi commerciali della Gran Bretagna ed avevano anche il grave torto di essersi schierati nella guerra di Crimea del 1853 al fianco dello Zar che combatteva i musulmani sostenuti da Inghilterra, Francia e stato sabaudo
Corsi e ricorsi storici........
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