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giovedì 3 agosto 2023

Mercogliano, Meloni Fornero due lati della stessa medaglia: il draghismo












di Luigi Mercogliano 
Forum dell'Indipendenza Italiana 


A me questa polemica a distanza tra Elsa Fornero e Giorgia Meloni onestamente mi sa tanto di battibecco stizzoso da terrazze romane tra ricchi annoiati alla Jeb Gambardella. La prima attacca la Premier dagli studi di "In Onda" sulla soppressione del reddito di cittadinanza, guardando il pelo nell'occhio altrui senza accorgersi però della trave che c'è nel proprio. La seconda, di contro, ribatte non direttamente ma tramite i nuovi guardiani mediatici del sistema alla Sallusti Belpietro o Minzolini, tutti ringalluziti dopo la nomina a ministro della cultura di un collega di "peso" alla cui corte c'è la fila sempre più lunga ogni giorno per accreditarsi. Una questione tra "ricche e annoiate signore" da salotto romano che dimenticano - soprattutto la più giovane delle due - la realtà di questa Italia, che è oggi la stessa se non peggio di quella di quando al governo del paese c'era la più matura delle due come ministro del Governo Monti e cioè che in questo paese c'era nell'Italia del 2011 e c'è ancora di più oggi nell'Italia del 2023 una massa di analfabeti che, a prescindere dalle potenzialità già risicate dei centri per l'impiego, non sono assolutamente collocabili. E fatevelo dire da uno che il reddito di cittadinanza lo conosce come le sue tasche perché lo vive tutti i giorni lavorando con le materie previdenziali e assistenziali e, per questa ragione, sa bene anche qual è realmente la platea dei beneficiari. Che, per ribadirlo ancora una volta, al netto dei furbetti del reddito e del lavoro nero contestuale e dei debosciati da divano, è composta per la maggiore da persone che il più delle volte non sanno leggere neppure il loro codice fiscale, non sanno esprimersi dando un senso compiuto al loro discorso e non sanno neppure mettere in colonna una addizione o una sottrazione da scuola elementare. Ma a questi cosa li mettiamo a fare? E, credetemi, è la maggioranza di coloro che, considerati occupabili tra i 18 e i 59 anni, non sono facenti parte dei nuclei familiari per i quali il reddito proseguirà fino a fine anno. Per poi terminare comunque entro il 31 dicembre 2023, contrariamente a quanto sostiene il deputato meloniano Carlo Fidanza convinto che per i fragili la misura prosegua e contrariamente alle convinzioni di tutti quei parlamentari meloniani che in questo frangente politico approfittano della questione che tiene banco per sparare dichiarazioni a caso sull'argomento, senza conoscerne realmente nemmeno l'abc. A questi signori, eletti (si fa per dire, sarebbe più corretto dire nominati o catapultati direttamente da Roma) chissà per quali grandi meriti politici, per la maggior parte di loro sicuramente per nessun merito professionale, vorrei caldamente suggerire di studiate meglio il reddito di cittadinanza e come funziona e soprattutto di ripassare o comprendere meglio (non voglio credere che non l'abbiano mai letta finora) la legge 29 dicembre 2022, n. 197 che ha introdotto le nuove modifiche alla disciplina normativa del Rdc in fase transitoria per il 2023, fino appunto alla sua totale abrogazione. Un ulteriore suggerimento personale, perdonate la superbia, da chi ne capisce perché mastica questo tutti i giorni da anni nel priorio lavoro: nel ripassare la 197, invitate anche i colleghi e le colleghe di Camera e Senato dell'opposizione. Mi sa che anche loro hanno bisogno di un ripassino, viste le sciocchezze che sto sentendo e leggendo in queste ore sull'argomento anche da parte loro. E questo, ahimè, conferma sempre di più ciò in cui credo: Fornero e Meloni e le loro compagini politiche sono due volti di una stessa moneta. E la moneta, in questo caso, l'ha emessa la BCE con l'avallo di Washington e Bruxelles.

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