Tutto nasce dalle posizioni contro il velo islamico, da tempo definito un simbolo di sottomissione delle donne, piuttosto che uno di libertà . È questa la linea dell’eurodeputata leghista, Silvia Sardone, che le ha portato numerose minacce di morte (riguardanti anche la sua famiglia) direttamente sui suoi canali social. Tra i primi, c’è stato anche il rapper Baby Gang (seguitissimo sul web, tanto da contare quasi 2 milioni di follower solo su Instagram) già noto agli organi di giustizia e che poco tempo fa aveva minacciato anche contro il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
Come diffuso sui canali social della Sardone, a scagliarsi contro l’eurodeputata sono stati giovani di origine straniera, con commenti choc quali: “Giuro che ti decapitiamo”, “Ti aspettiamo sotto casa tua”, “Molestiamo tuo figlio”, “Devi bruciare”. Vere e proprie minacce che, però, non sembrano aver interessato il mondo politico e non sembrano aver mosso neanche un dito dei paladini del femminismo come scrive Nicola Porro in un interessante articolo pubblicato sul suo sito internet che potete leggere integralmente cliccando qui
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