A far partire le nuove accuse è stata la denuncia di un'ex dirigente della società, che ha riferito di essere stata messa in cassa integrazione a sua insaputa mentre continuava a lavorare normalmente. Il reato di truffa è stato ufficialmente iscritto nel fascicolo della Procura milanese a seguito della testimonianza della ex dipendente di un'azienda del gruppo Visibilia, fondato proprio da Santanché.
Durante la sua audizione a giugno, l'ex dirigente di Visibilia Editore, che aveva il ruolo di investor relator officer, ovvero delegata alla redazione e gestione delle comunicazioni al mercato della società quotata in borsa, aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, da marzo 2020 a novembre 2021, era ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo del covid. Questa specifica ha fatto sì che il pm Maria Gravina e il procuratore aggiunto Laura Pedio aprissero un'inchiesta autonoma, collegata a quella principale per falso in bilancio e bancarotta, che vede tra gli indagati Santanchè.
A oggi l'inchiesta nata dalla deposizione dell'ex dirigente sarebbe con ipotesi di reato ma senza indagati. Gli inquirenti stanno anche cercando di capire se il caso della dipendente fosse isolato o meno sondando la situazione degli altri venti lavoratori della società. Il rischio per la ministra è di avere un'altra inchiesta a proprio carico, anche perché, nel periodo in cui l'ex dirigente era stata messa in cassa integrazione, Santanché era al vertice dell'azienda come presidente.
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