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venerdì 30 giugno 2023

Scordatevi "l'eroe degli immondi". La Lega riabilita Garibaldi

di Alfonso Raimo 



E Garibaldi divenne eroe leghista. Un tempo il 4 luglio a via Bellerio si mettevano a lutto, un modo per celebrare la nascita dell'"eroe degli immondi" (cit.). I leghisti veneti, più focosi, ne bruciavano in piazza il fantoccio. Quest'anno la svolta. A Nizza, ai piedi del monumento dedicato al generale, ci saranno anche i fiori del Carroccio. "È un eroe della storia d'Italia", riconosce il deputato Simone Billi. Del resto a sdoganarlo ci aveva già pensato la premier Giorgia Meloni: "Qui o si fa l'Italia o si muore", disse rispondendo ai malpancisti della maggioranza. Insomma, todos garibaldinos.

Eroe dei due mondi. Ma Garibaldi non poteva certo immaginare di diventare oggetto della contesa simbolica tra i due mondi della prima maggioranza di destra-centro. Dopo lo sdoganamento di Giorgia Meloni - che il 14 gennaio a una riunione di Fratelli d'Italia rispose con le parole del generale a Nino Bixio - arriva ora l'endorsement del partito di Salvini. E se Meloni dovette mandare in archivio la ritrosia ideologica dei suoi - come dimenticare che il faccione di Garibaldi era il simbolo del fronte popolare social-comunista alle elezioni del 1948 - Salvini ha dovuto ingoiare anni e anni di contumelie secessioniste. "Ma quale eroe, via le statue dalle sue piazze", recitava un celebre manifesto della Lega Nord, ai tempi in cui Umberto Bossi definiva Garibaldi "un cretino" e per Mario Borghezio era "politicamente un coglione". Di episodi ce ne sono. Come il processo che i giovani padani imbastirono a Verona contro "il furfante dei due mondi", minacciati di querela da parte di Renato Garibaldi, pronipote di Giuseppe. O il blitz dei leghisti a Montecitorio, quando srotolarono uno striscione "Padania Libera" nel corso della cerimonia per commemorare l'unificatore dei due mondi.

"Ma quella era un'altra Lega. Ora non siamo più per la secessione", dice all'HuffPost Simone Billi, deputato del Carroccio eletto all'estero. È stato lui a organizzare la conferenza stampa a Montecitorio con cui la Lega annuncia l'iniziativa di Nizza, in occasione del 216mo anniversario della nascita del condottiero. A giudicare dall'affluenza, tuttavia, nel partito lo hanno seguito in pochi. E' vero che la conferenza cade nel mezzo del ponte dei santi patroni di Roma, ma alla Camera non c'è nessun altro leghista ad assistere all'evento. Gli ospiti sono tutti in collegamento, a cominciare da Francesco Garibaldi, pronipote del condottiero, da Nizza. E poi i professori Paolo Calcagno, docente di storia moderna a Genova, con il collega di storia marittima Luca Lo Basso, e la scrittrice Marzia Taruffi, da Sanremo. Garibaldi junior legge il saluto del Comune di Nizza, ricorda gli eventi che saranno allestiti a piazza Garibaldi per l'anniversario della nascita: canteranno i bambini della vicina scuola, sarà presentato un fumetto, inaugurata una mostra. Presente la Lega col suo deputato.


Se quello di giorgia Meloni è un Garibaldi più patriota che socialista, quello dei leghisti è più internazionale che italiano. Così Calcagno ricorda che "Garibaldi non fu solo uomo di azione, ma anche intellettuale e il suo era un nazionalismo molto internazionale, sarebbe troppo semplice pensare che fosse limitato solo alla nazione italiana. Lui pensava a un organo federale europeo". Visto dalla Lega, Garibaldi era "uomo di frontiera in tutti i sensi, uno che ha lottato per un'Europa federalista, un'Europa dei popoli", dice Billi. E anche Francesco Garibaldi ricorda quanto fosse "naturale" nel pensiero dell'avo condottiero "il passaggio dalla nazione italiana a quella europea".

A Billi domaniamo se non pensino a un'autonomia differenziata nel segno di Garibaldi. "Diciamo che è uno spunto di riflessione", scherza il leghista. "Garibaldi è un eroe della storia d'Italia. Io sono nato nel 1976, vedo le ideologie come cose del passato. Il progetto di Calderoli vuole che le amministrazioni locali possano gestire meglio le risorse, in modo che siano più vicine ai cittadini". Anche Garibaldi è finito in mezzo alla contesa tra Lega e Fdi, tra autonomia e presidenzialismo? "Non c'e' nessuna contesa: se vogliamo lavorare come coalizione di governo bisogna promuovere l'Italia nella sua interezza"

Fonte Huffington Post 

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