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lunedì 16 maggio 2022

Guerra in Ucraina, l'Unione Europea deve mediare tra le parti in causa

 


di Raffaele Schiavone 

A quasi tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina la situazione sembra incamerata in una perenne fase di stallo dove a subire le maggiori conseguenze sono le vite umane che giorno dopo giorno vengono a mancare. Se nella prima fase del conflitto era più che logico fornire immediatamente i primi e vitali mezzi di resistenza al popolo ucraino ora proseguendo questa linea politica, senza la benché minima visone nel breve periodo di tempo di una trattativa all’orizzonte, corriamo il rischio di imbarcarci in una lunga e sanguinosa guerra per procura, nella migliore delle ipotesi e terza guerra mondiale nella peggiore delle ipotesi, tra NATO e il blocco dell’Eurasia; quest’ultima sta consolidando rapporti commerciali e militari sempre più fitti in nome di una comune visione del mondo.

Coloro che tuttora spingono verso l’innalzamento dell’escalation bellico comunemente definiti dai media con il termine di guerrafondai pro No Fly Zone (Uk in primis), sono rimasti delusi dal discorso di Vladimir Putin in occasione del giorno della vittoria celebrata il nove maggio scorso a Mosca, con una grande parata militare. Diversi analisti politici e militari si aspettavano un discorso infuocato da parte del novello Zar ed invece quest’ultimo ha tenuto un profilo medio-basso.

La russofobia di certo non aiuta a pianificare un negoziato serio che porti prima ad un cessate il fuoco e poi ad una trattativa di fine guerra o fine “operazione militare speciale”. Finora le sanzioni economiche contro la Russia non stanno registrando entusiasmanti segnali positivi, anzi coloro che ne stanno risentendo maggiormente dal punto di vista finanziario sono i numerosi piccoli-medi imprenditori italiani che fino a tre mesi fa vedevano nella Russia il maggior contribuente dei loro fatturati.

Per evitare di trovarci coinvolti -questa volta direttamente sul campo- l’Europa dovrebbe evitare di assecondare ogni spirito bellicoso di UK USA a cominciare dai toni pubblici colmi di odio nei confronti del popolo russo, sostenendo con viveri, ospitalità e cure mediche il popolo ucraino ma evitando di fornire altre armi questa volta maggiormente sofisticate e letali. Non sempre il Si vis pacem, para bellum può risultare la scelta migliore per l’intera umanità in casi delicati come questo.

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