"Più che un giallo, l’ormai imminente adesione di Fratelli d’Italia al progetto del professore Donato, tesserato del Pd fino a pochi giorni fa, sembra una sceneggiata napoletana, quelle dove i protagonisti fingono di piangere per nascondere i loro veri sentimenti".
Lo scrive in una nota, Domenico Tallini, già presidente del consiglio regionale ed ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Catanzaro che precisa: "non ci vuole molto per capire che le ostentate “sofferenze” e “resistenze” di queste ore sono solo pietosi veli per celare un piano che parte da lontano. L’onorevole Ferro fa due richiami che farebbero superare anche il problema delle ideologie e degli schieramenti: la necessità di tenere unito il centrodestra e la “qualità ” del candidato".
"Sono due argomenti talmente fragili e strumentali, insiste Tallini, che dimostrano il cinismo dell’”operazione militare speciale” che porterà il centrodestra a non essere presente con la propria faccia solo a Catanzaro, uno dei quattro Capoluoghi di Regione dove si voterà a giugno e che costituiscono un vero e proprio test elettorale nazionale. Se davvero l’onorevole Ferro aveva a cuore l’unità del centrodestra, avrebbe dovuto esercitare il diritto-dovere che gli derivava da un accordo romano che assegnava a Fratelli d’Italia l’indicazione del candidato sindaco di Catanzaro. Un diritto-dovere che nessuno in Calabria ha messo in discussione, visto che Forza Italia ha espresso i candidati sindaci di Vibo Valentia, Cosenza e Crotone, mentre la Lega ha espresso quello di Reggio Calabria. Bastava mettere sul tavolo un nome spendibile e nessuno si sarebbe sognato di porre veti. Era quello il momento giusto per salvaguardare l’unità del centrodestra"
"Sono due argomenti talmente fragili e strumentali, insiste Tallini, che dimostrano il cinismo dell’”operazione militare speciale” che porterà il centrodestra a non essere presente con la propria faccia solo a Catanzaro, uno dei quattro Capoluoghi di Regione dove si voterà a giugno e che costituiscono un vero e proprio test elettorale nazionale. Se davvero l’onorevole Ferro aveva a cuore l’unità del centrodestra, avrebbe dovuto esercitare il diritto-dovere che gli derivava da un accordo romano che assegnava a Fratelli d’Italia l’indicazione del candidato sindaco di Catanzaro. Un diritto-dovere che nessuno in Calabria ha messo in discussione, visto che Forza Italia ha espresso i candidati sindaci di Vibo Valentia, Cosenza e Crotone, mentre la Lega ha espresso quello di Reggio Calabria. Bastava mettere sul tavolo un nome spendibile e nessuno si sarebbe sognato di porre veti. Era quello il momento giusto per salvaguardare l’unità del centrodestra"
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