Lo scrive Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, leader della destra sociale in Alleanza Nazionale prima, nel Popolo della libertà poi, esponente di Fratelli d'Italia che sulla sua pagina facebook precisa:
Che cosa mi viene contestato? Aver sollecitato il pagamento da parte della società pubblica EUR Spa di debiti accertati, arretrati da tempo e ormai esecutivi. E di aver accettato un finanziamento elettorale senza verificare che questo fosse stato deliberato dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa che lo aveva erogato.
Per questo la Corte d'Appello mi ha condannato a 1 anno e 10 mesi: poca cosa, dicono gli amici, rispetto alle condanne precedentemente annullate, una pena che non incide sui mie diritti politici e che, nonostante la Legge Severino, mi permetterà di ricandidarmi.
Ma rimane l'amarezza, semplicemente perché IO SONO INNOCENTE.
Sono innocente non solo perché i fatti che mi vengono contestati molto difficilmente possono essere inquadrati come degli illeciti, ma soprattutto perché nel lungo iter processuale non si è voluto prendere atto, nonostante tante testimonianze e molteplici prove, che io ho agito sempre in buona fede e spesso per puro spirito di servizio.
La realtà è che sentenze come queste trovano una spiegazione solo nei pregiudizi dell'antipolitica. Pregiudizi costruiti nella coscienza collettiva per ridurre i margini di autonomia di chi viene democraticamente eletto senza essere espressione di poteri forti.
Leggerò con i miei avvocati le motivazioni della sentenza per decidere se ricorrere nuovamente in Cassazione. Ma non smetterò mai, neppure per un momento, di andare per Roma e per l'Italia a testa alta e di continuare a combattere per le mie idee con animo fiero e sereno.
Un grazie di cuore a Silvia, alla mia famiglia, a tutti i fratelli e gli amici che mi sono stati vicini in questi lunghi anni.
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