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martedì 5 ottobre 2021

La “buona destra” bocciata dagli elettori della destra vera. L'analisi di Augusto Grandi

 


La “buona destra” non esiste. Spazzata via dall’astensionismo più che dal voto popolare. I minus habentes che guidano i partiti del centrodestra hanno voluto dar retta alle sirene degli intellettuali della gauche caviar. E sono stati bocciati senza appello. I moderati, a destra, sono un miserabile bluff a cui crede solo il sultano di Arcore. È inutile che Salvini difenda la scelta del modestissimo candidato milanese quando è evidente che non si tratta dell’esito disastroso di una campagna elettorale troppo breve ma di una scelta assurda accompagnata da una politica insensata. 

E non ha influito lo squallore della vicenda Morisi o l’altrettanto squallida vicenda Fidanza. Ciò che ha pesato è il pessimo livello della classe dirigente dell’intero centrodestra. Non per un saluto romano o per i vizi privati, ma per la totale mancanza di capacità, di competenza.

Adesso ci si stupisce per l’astensionismo nei quartieri popolari delle grandi città. Ma perché mai i ceti popolari, ed anche i ceti medi, avrebbero dovuto votare per un centrodestra che si è trasformato nel
portavoce di Confindustria? La buona destra atlantista e serva  del padronato non può piacere nelle periferie. Se poi un elettore si entusiasma per gli imprenditori, voterà un imprenditore, non quello che sembra il maggiordomo poco preparato del padronato. Ogni riferimento a Lollobrigida (Fdi) è puramente voluto, come scrive Augusto Grandi dalle colonne virtuali di Electomagazine. Articolo che potete leggere integralmente cliccando qui



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