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mercoledì 6 ottobre 2021

Ha perso la destra peggiore. L'analisi di Filippo Rossi



Come era ampiamente prevedibile, ha perso la destra peggiore d’Europa. Ha perso la destra più nera che c’è, più populista, più ignobilmente propagandista. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono andati a sbattere nella loro folle corsa fatta di slogan bestiali. 

Ha perso la destra peggiore e, quindi, non si può non festeggiare. Come d’altra parte abbiamo festeggiato tutte le volte che in Francia la destra estrema della Le Pen sì è andata a schiantare contro l’argine eretto dalla destra gollista e repubblicana, contro la trincea democratica della destra liberale.  Ma festeggiare per la sconfitta della peggior destra possibile non significa certo essere felici per la vittoria di una sinistra che ha deciso di fare asse esclusivo con i populisti. Significa piuttosto porsi seriamente il problema di cosa debba fare ora quella destra moderata e liberale che ormai da troppo tempo ha abdicato totalmente al suo ruolo politico di fare da argine politico e culturale alla destra sovranista.  Lo ha spiegato bene Anne Applebaum: “C’è bisogno di una forte destra liberale, moderata. Una destra ‘centrale’ che rispetti la democrazia e le sue regole. Nei Paesi in cui questa destra ‘centrale’ scompare, come avvenne nella Germania prima dell’ascesa di Adolf Hitler, viene a crearsi un vuoto, uno spazio politico, che presto verrà occupato dalla destra radicale”. Il nodo della politica italiana (e di queste elezioni) è tutto qua, in questa assenza totale di una destra capace di opporsi alla supremazia del becero sovranismo come scrive Filippo Rossi, leader di Buona Destra, sulle colonne virtuali dell'Huffington Post. Articolo che potete leggere integralmente cliccando qui 

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