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domenica 22 novembre 2020

Gli insulti del grillino Morra alla Santelli e l'inesistenza in politica del confine tra sacro e profano


                                            di Carlo Alberto Paolino 

 Calabria,  prima culla degli Dei della Grecia, già fu presa di mira dal senatore Nicola Morra dei 5 stelle, nonché Presidente della Commissione parlamentare antimafia, durante un intervento in aula dove “intravedeva” nel gesto di ostentazione pubblica del Rosario da parte del leader della Lega Matteo Salvini in terra calabrese, come nel mandare messaggi in codice a organizzazioni criminali mafiose. Messaggio quindi alla 'ndrangheta originaria della Calabria. Invitandolo indirettamente ad eventuali dimissioni da ministro degli Interni. Ma l’asse giallo-verde già da giorni prima del discorso “laico” del Morra era terminato con le dichiarazioni di Salvini di voler terminare l’esperienza di governo. Non mancò la risposta del Capitano vista come offesa a tutti i calabresi e cattolici d’Italia. Il senatore pentastellato va oltre , di mira questa volta è Jole Santelli, governatore della Calabria eletta nelle file del centro-destra deceduta lo sorso 15 ottobre per le conseguenze di un tumore con cui combatteva da anni. Citandola, sempre ”indirettamente” in un intervento fatto su una trasmissione radio rispondendo sulla notizia dell'arresto di Domenico Tallini, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso: “ ogni popolo ha la classe politica che si merita". Immediata la replica di Matteo Salvini che, senza peli sulla lingua, ha twittato dal suo profilo social: "Parole vomitevoli. Morra si dimetta subito". Questa volta però tutto il mondo politico si dissocia della parole del Presidente della commissione antimafia che è costretto a chiedere scusa a tutti i calabresi e malati oncologici ad eccezione della deputata grillina della prima ora Carla Ruocco che solidarizza con il collega di partito per l’attacco strumentale e trasversale da chi vorrebbe delegittimare l’importante lavoro che sta portando avanti Morra in questo periodo delicato visto da quest’ultimo come mera tattica politica. Ci viene quindi da chiederci se non sia questa una tattica politica e se esista un confine tra il sacro e il profano.

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