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sabato 3 ottobre 2020

Una Lega "popolare", l'idea forza di Giancarlo Giorgetti per contare di più nell'Ue

Giancarlo Giorgetti vuole davvero una Lega che parla con il Partito Popolare Europeo. Lo dice, senza alcun mistero, da tempo. Il suo obiettivo è quello di far uscire il Carroccio dall'angolino sovranista in cui si è infilato prima delle scorse europee. Lo dimostrano, in maniera limpida, le parole pronunciate dal palco di Catania durante un convegno che ha visto presente lo stato maggiore del centro destra e centinaia e centinaia di sostenitori della Lega giunti nella bella città siciliana per dare sostegno al "Capitano" Salvini in vista del processo sul caso Gregoretti.
Penso, dichiara Giorgetti, che un partito come la Lega che governa, direttamente e indirettamente, 15 Regioni italiane abbia non soltanto il diritto, ma il dovere di dialogare con si candida a guidare la Cdu, il Ppe e l’Europa” Non sono parole casuali, ma una road map disegnata dal primo consigliere del leader e dal responsabile Esteri del partito, volto di punta della vecchia e
 nuova guardia.
“Dico come la penso io. Che ci piaccia o no, l’Europa esiste. L’Europa va dove va il Ppe, e il Ppe va dove va la Cdu tedesca”. La rivoluzione della Lega passa anche da Bruxelles. Lì inizia il re-styling che può accredit
arla di fronte alle cancellerie (non solo) europee non più come partito di opposizione, “anti”, ma come forza di governo. Inutile bussare alla porta di Palazzo Chigi se in Europa non si tocca palla.
Conclude Giorgetti: “Premesso che i matrimoni si fanno in due, se io dicessi che non me ne frega niente della Cdu e del Ppe direi una cretinata. Noi siamo un partito che governa bene e ha governato bene, quindi siamo uno dei protagonisti della politica europea”.

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