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martedì 30 giugno 2020

Salvini a Mondragone. Analisi di un disastro annunciato




Domenica 26 maggio 2019, in occasione delle elezioni europee, a Mondragone, comune di quasi 29 mila abitanti della provincia di Caserta, furono 2203 i cittadini che liberamente e democraticamente votarono per la Lega, il 30,14%. Il movimento politico guidato da Matteo Salvini, fu il primo partito politico della città.
Oltre 600 scrissero il nome di Matteo Salvini, mentre ben 501 votarono Valentino Grant, candidato radicato sul territorio.
Ed erano in buon numero, nonostante la giornata lavorativa ed il caldo torrido, i sostenitori mondragonesi della Lega, pronti ad ascoltare il proprio leader, in via Domiziana, angolo via Razzino. Una strada salita agli onori della cronaca nazionale per la questione delle palazzine ex Cirio divenuta zona rossa causa scoppio di un focolaio covid 19.
Un comizio che sarebbe dovuto essere blindato, al quale avrebbero dovuto partecipare solo cittadini di Mondragone e lavoratori della stampa. Infatti prima di arrivare nel luogo scelto per la manifestazione in compagnia di Pasquale Gargano, free lance e fotografo, siamo stati fermati più volti da Carabinieri e Polizia Locale per il controllo dei documenti (Tesserino da Giornalista).

Invece in piazza, aspettando l'arrivo del Capitano, come lo chiamano i suoi fan, ci sono anche i contestatori. Militanti dell'Unione sindacale di Base, militanti del variegato mondo della sinistra, antagonisti di sinistra provenienti da Napoli. Esposti anche simpatici cartelli come abbiamo fatto tombola ed è uscito il 71( l'uomo di merda) e striscioni del calibro (stevem scarz). Ogni tanto veniva intonato il classico odio la lega.

Poi, con quasi un ora di ritardo sulla tabella di marcia, giunge Matteo Salvini, scortato dalle forze dell'ordine. La contestazione si fa più vivace. Assisto al più breve comizio della mia vita di giornalista politico. Poco più di 2 minuti di intervento. Piove acqua, qualche bottiglietta vuota di plastica. IL tempo di qualificare i contestatori con il classico aggettivo di balordi dei centri sociali, il braccio armato della sinistra che preferisce abusivi e camorra ai cittadini perbene. D'altronde, secondo Salvini, il problema di Mondragone si chiama camorra, mi dispiace che i centri sociali preferiscono la delinquenza alla legalità.Ci hanno tagliato i fili dell'elettricità, ma se pensano di farci paura con due uova hanno sbagliato persona tanti cittadini e immigrati perbene ci chiedono di essere qui.
Una decina di minuti dopo la fine del brevissimo comizio del leader leghista ci sono stati scontri tra antagonisti e forze dell'ordine concluse con il ferimento di un giovane militante della sinistra.

Due sono i dati che emergono da questa giornata. Il primo riguarda le forze dell'ordine. Ha funzionato davvero male il dispositivo di ordine pubblico e Salvini si trova militanti antagonisti, cittadini di Mondragone e attivisti leghisti alle transenne, con rischi annessi e connessi.
Funziona ancora peggio il servizio di sicurezza interno al partito che dopo non aver compreso la difficoltà di stare in piazza, non riesce a far concludere il comizio al proprio leader di partito.
Salta anche la seconda iniziativa prevista successivamente presso seguire incontro al “Lido Kursaal” - lungomare Camillo Federico. 












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