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mercoledì 10 giugno 2020

L'ipocrisia di Boldrini e compagni: in ginocchio per Floyd mai per gli italiani


di Carlo Alberto Paolino

Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!". Un giorno che iniziò con un memorabile discorso pronunciato a Washington il 28 agosto 1963, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, da Martin Luther King simbolo della lotta contro il razzismo e La non violenza punto cardine della sua azione.
Questo accadeva cinquantadue anni fa.
Quest’anno bisestile sarà invece ricordato non solo dal corona virus, ma anche dalla nascita mediatica di un nuovo simbolo dell’anti razzismo, George Floyd, l’afroamericano ucciso ad un fermo di polizia durante un controllo a Minneapolis il 25 maggio scorso. E’ se non c’era un giorno in più? Magari non sarebbe successo e non si avrebbero avuto proteste e rivolte sfociate in atti di violenza da parte dei manifestanti incendiando addirittura un commissariato di Polizia negli Stati Uniti. Non fanno onore di certo a chi ha rinunciato alla propria vita per quel “sogno”.
Nel “resto del Mondo”, in particolare in Italia dove su iniziativa della deputata  Laura Boldrini alla fine del suo intervento in aula, ha ricordato George Floyd condannando ogni forma di razzismo e discriminazione, con un gruppo del suo partito si è inginocchiata in onore dell’afroamericano.
Ma, l’ex Presidente della Camera dei deputati dimentica questi atti di devozione quando si tratta di violenze, stupri e omicidi di civili e forze dell’ordine di cui sono vittime cittadini italiani.
Nel bel Paese purtroppo vige il “politicamente corretto” quindi come ultimamente il direttore di La 7 Enrico Mentana a definito pagliacciata l’iniziativa della Lega in aula contro il ministro Azzolina, non si può non usare lo stesso sostantivo nei confronti della deputata PD condannando però ogni forma di razzismo, discriminazione e facendo nostre le dichiarazioni del Leader Matteo Salvini: “non si può giustificare le violenze di questi giorni, gli incendi, i saccheggi, le aggressioni a commercianti, cittadini innocenti e altri poliziotti. Non è così che si rende giustizia a George Floyd, alla violenza non si risponde con altra violenza".

Ritornando negli Stati Uniti vicina alla dichiarazioni del Capitano è l’attivista conservatrice e afroamericana Candace Owens che pubblicamente senza “ipocrisia” ha dichiarato: “George Floyd non è il mio martire. Può essere il vostro, forse, attaccando gli agenti coinvolti nell’omicidio augurandosi che vengano adeguatamente puniti per il crimine commesso. «Tutti fingono che quest’uomo conducesse uno stile di vita “eroico”», prosegue. «Siamo fonte di imbarazzo per noi stessi. Nessuno vuole dire la verità a riguardo». La verità che tutti i media conoscono e che tutti, ostinatamente, si rifiutano di portare alla luce è che Floyd era stato condannato per ben 5 volte a una pena detentiva e che nel 2007 aveva fatto irruzione nella casa di una donna incinta e l’aveva minacciata puntandole la pistola sulla pancia. Il giorno della sua morte Floyd era strafatto di fentanyl e metanfetamine. Immediate le reazioni dei manifestanti definendola “negra da cortile”, con insulti a sfondo sessista e alle minacce di morte e di stupro , che in questo caso non offendono nessuno, perché il target non è di estrazione liberal-progressista come la Boldrini che non si inginocchierà mai.

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