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mercoledì 22 aprile 2020

Luigi Ferrandino: la Giustizia non si salva con amnistia ed indulto ma con il maggior impegno di magistrati, cancellieri, ausiliari

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dell'avvocato Luigi Ferrandino del Foro di Napoli, in un recente passato dirigente politico di Sud Protagonista, il movimento politico territoriale, di ispirazione sovranista e meridionalista, federato con i conservatori e sovranisti di Fratelli d'Italia.




AMNISTIA E INDULTO NON APRIAMO LE GABBIE DEI LEONI


Qualsiasi crisi economica è produttiva di riflessi nel campo commerciale , societario, tributario , sociale e, quindi , del diritto penale. L’impoverimento dell’intero pianeta, verso cui pare ci stiamo avviando, ovviamente salvo auspicabile misure di riduzione del danno economico assunte dagli Stati , e la mancanza di circolazione della moneta, può indurre ciascuno ad assumere condotte contrarie alla legge . Per esempio nel campo societario - commerciale molti imprenditori potrebbero essere portati a commettere reati finalizzati a salvare le proprie aziende, si pensi alle false comunicazioni sociali, consistenti nell'esposizione di fatti non rispondenti al vero o nel nascondimento delle informazioni la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica patrimoniale o finanziaria. Oppure, alla ipervalutazione di cespiti o di altri elementi di bilancio . O ancora, alle ipotesi in cui l’imprenditore , al fine di ottenere da un Istituto di Credito concessioni di crediti o di mutare le condizioni alle quali il credito venne concesso precedentemente, fornisca dolosamente falsi dati sulla propria situazione economica o patrimoniale così realizzando il reato previsto dall’art. 137 del T.U. Bancario. Analogo discorso valga per i reati tributari , in violazione della L.74/2000 , come la dichiarazione fraudolenta , mediante il ricorso a fatture false passive per sottrarsi ad un minore carico fiscale. E’ ovvio, dunque , che diversi sono gli scenari che potrebbero prospettarsi nel campo imprenditoriale inteso in senso ampio, ovvero aziende piccole, medie e grandi, ma anche a esercenti di attività commerciali , e comunque, a tutti i detentori di Partita Iva. La storia insegna, che la povertà diffusa porta alla mancanza dei beni essenziali inducendo i consociati , in condizione di disperazione, ad agire per l’approvvigionamento di ciò che occorre per i bisogni primari. Già in questi giorni si sente in giro forte la voce dei meno fortunati indirizzata a chiedere allo Stato di garantire il necessario per la sopravvivenza. La beneficenza di Soggetti Privati non può essere la risposta alla esigenza di chi inizia ad avere fame , ma occorre una risposta forte e sicura dello Stato. E’ naturale che un intervento Istituzionale, già considerando l’attuale situazione economica Nazionale e Mondiale, richiederà i suoi tempi per risollevare il Paese. E’ proprio in questo periodo che si corre il rischio di un aumento in misura esponenziale dei reati di maggiore antisocialità, pensiamo alle rapine, ai furti , alle truffe ecc. L’analisi sino ad ora compiuta serve per comprendere che in uno scenario come quello che sembra prospettarsi , pensare ad una Amnistia e ad un Indulto , appare vera follia. Significherebbe mettere in circolazione criminali anch’essi affamati accanto ad altri cittadini in difficoltà economica. E’evidente ,che in una situazione come quella che ci aspetta, ancor più aggravata dalla lunga sospensione dei processi , oggi ulteriormente prorogata con un nuovo provvedimento governativo sino all’11 maggio , apparentemente può alleggerirsi solo con la cancellazione di processi e pene. Ma la Giustizia non si salva con Amnistia ed Indulto , ma con un maggiore spesa in tema di Giustizia e maggiore impegno di Magistrati , Cancellieri ed Ausiliari. Va ricordato , che volendo la Nostra Costituzione garantire l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura (art. 104 ) , e dettando il principio che i Giudici sono sottoposti solo alla Legge, esclude che possa esistere al suo interno una gerarchia che eserciti un controllo sull’attività effettivamente prestata. Ma nulla esclude che vengano dettate una o più disposizioni di legge che, nel rispetto dei principi costituzionali appena citati , garantiscano la celerità della celebrazioni dei processi,così evitando un sovraffollamento delle carceri per la presenza di soggetti sottoposti a carcerazione preventiva. Si calcola , infatti , che circa il 33% della popolazione carceraria è costituita da soggetti in stato di custodia cautelate in carcere. Ebbene , a rafforzare l’esigenza di sfoltire la popolazione carceraria , sarebbe il prevedere l’applicazione delle custodia cautelare domiciliare per tutti quei reati la cui antisocialità non cozza con le esigenze di sicurezza del cittadino Pensiamo a tutte quelle ipotesi in cui il restringimento nel proprio domicilio , accompagnato dalle ulteriori misure di non avere contatto con soggetti estranei al proprio nucleo familiare, sia idoneo a garantire la società. Ovviamente , andrebbero esclusi tutti quei reati contro la persona, relativi agli stupefacenti e comunque caratterizzati da condotte violente. Non apriamo la gabbia ai leoni , ma pensiamo ad un provvedimento che restringa i casi di custodia cautela in carcere .   

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