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sabato 4 aprile 2020

Emergenza coronavirus, a Ferrara prima gli italiani per i buoni spesa

Anche sui buoni spesa la Lega 3,0 sovranista e nazionalista di Matteo Salvini applica il suo classico slogan: prima gli italiani. Succede a Ferrara. Città governata dal centro destra guidata dal sindaco Alan Fabbri, esponente di primo piano della Lega.
La sua giunta ha deciso particolari criteri per l'assegnazione dei buoni spesa per l'emergenza economica innescata dall'epidemia Covid 19 grazie ai fondi erogati dal governo.
Nell'ex roccaforte della sinistra, il requisito è avere la cittadinanza italiana o di uno stato appartenente all'Unione Europea, oppure di un permesso di soggiorno di lungo periodo o ancora la carta di soggiorno per familiare, comunitario o extracomunitario o di cittadino dell'Unione Europea.
Requisiti che non potevano non innescare una dura polemica politica, sostenuta da Leonardo Fiorentini, consigliere regionale della lista civica di sinistra Emilia Romagna coraggiosa che dichiara: la decisione della giunta comunale di Ferra è un'offesa. Anche nel tragico momento che stiamo vivendo, italiani e no. Classificare le persone non in base al bisogno e allo stato di necessità ma in base alla nazionalità è eticamente vergognoso.
Il sindaco Fabbri, dal canto suo, rivendica la scelta, sostenendo che i buoni spesa legati a questa emergenza devono essere utilizzati da chi non usufruisce e non ha mai usufruito di altri aiuti. I buoni spesa devono servire ai lavoratori precari, ai professionisti che si trovano all'improvviso senza entrate, ai cassintegrati ed agli imprenditori bloccati nelle loro attività. E' evidente, conclude Fabbri, che chi è già servito dai servizi sociali, in termini economic, continuerà ad esserlo. 



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