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domenica 26 aprile 2020

Calabria, qui Salvini ha fallito. La lettera d'addio alla Lega di Vincenzo Mazzei

E' proprio uno strano partito la Lega. Nel meridione d'Italia, in Calabria in particolare. Il primo partito italiano, sondaggi alla mano, bloccato dai commissariamenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, con deputati per lo più lombardi, che svolgono, in contesti in cui sono totalmente estranei, il ruolo politico di massima fiducia di commissario regionale che risponde unicamente a Matteo Salvini.
Il risultato è evidente ed è agli occhi di tutti. Sui singoli territori, la Lega partito territoriale, attento alle esigenze ed alle giuste richieste dei cittadini, non esiste più. E' solo un lontano ricordo.
I primi risultati negativi si sono avuti, almeno in Calabria, con le elezioni regionali, dove la Lega ha conquistato 95400 preferenze pari al 12,2% perdendo rispetto alle europee oltre 10 punti in percentuale.
Qualcuno potrà sostenere che si tratta di due elezioni differenti. Alle Europee il voto è più libero, ci sono meno liste e meno candidati, si possono votare leader politici nazionali. E' sicuramente vero. Ma 10 punti in meno per la Lega in Calabria sono tanti.
Dopo l'innaturale, seppur legittima promozione del commissario Invernizzi a segretario regionale, nonostante i risultati negativi delle ultime regionali ora è il tempo degli addii.
A salutare la Lega, per profonde divergenze con la linea politica espressa dal segretario regionale e dal suo vice è Vincenzo Mazzei, politico di lungo corso, con passaggi dal centro sinistra al centro destra avvenuti nel corso della sua carriera, già coordinatore del centro studi che la Lega a Catanzaro ha istituito come dimostra questo post, pubblicato sulla sua pagina Facebook che riportiamo integralmente.

Nei prossimi giorni, anche altri dirigenti locali della Lega in Calabria potrebbero dire addio al movimento politico guidato da Matteo Salvini.


Il fallimento della Lega in Calabria


Mi ero illuso che questo partito fosse diverso da quelli che avevo conosciuto negli ultimi anni della mia lunga, travagliata ma anche esaltante esperienza politica. Il suo leader mi aveva stimolato perché parlava non solo di immigrazione e di sicurezza, ma soprattutto della valorizzazione dei territori, delle competenze e delle esperienze di governo degli enti locali nella vita del Partito. Ricordo poi le parole pronunciate dall’attuale Segretario regionale (non è dato sapere chi lo ha mai eletto) appena giunto in Calabria nella sede di Viale De Filippis: la Lega è organizzata come il vecchio PCI. Con ciò volendo significare una struttura di partito capillare sul territorio, idonea a consentire la reale partecipazione degli iscritti. A distanza di due anni devo purtroppo constatare che tutti i solenni proclami si sono rivelati una grossa presa in giro. Il partito è stato affidato nelle mani di una coppia di arroganti, incompetenti e presuntuosi, premiati solo per aver saputo gestire la partecipazione dei cittadini ai selfie con il loro scatenato capo. Costoro non hanno alcun interesse per la Calabria, mirano solo ad occupare spazi di potere utili alle loro carriere. Ne è prova lo stato del partito privo di organi dirigenti a tutti i livelli e le scelte operate per il governo della Regione, con l’individuazione alla carica di Vice Presidente di un intellettuale, sicuramente una persona perbene ma senza alcuna esperienza gestionale e di governo, facilmente manovrabile, com’è del tutto evidente fin dai primi atti compiuti. Inoltre sono state accettate deleghe inconsistenti in barba a quanto sventolato ai quattro venti da Salvini in campagna elettorale, che dava per acquisite quelle al Turismo e all’Agricoltura. Se così stanno le cose qualsiasi iniziativa volta a mettere in discussione la situazione esistente è destinata a non ottenere alcun risultato. Di conseguenza prendo le distanze da questo partito, privo di democrazia interna, dove a contare e a dettare la linea è solo il capo ed i vari capetti locali.

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