Quindi, assicura tutti, per il momento non ha in programma scissioni o passaggi ad altri partiti. Sicuramente non nelle fila della Lega, d'altronde Paragone non può andare da chi candida Draghi alla Presidenza della Repubblica o da chi non ha il coraggio di dire che bisogna nazionalizzare autostrade e telecomunicazioni.
Il giornalista è stato messo sotto accusa per aver votato contro il voto di fiducia alla legge di Bilancio a dicembre scorso, atto che viola il regolamento. “Cacciarmi è stata una decisione arbitraria e presa in conflitto d’interessi”, ribatte Paragone. Che chiede la stessa velocità di intervento per “chi non restituisce lo stipendio” o i tre che hanno firmato per il referendum contro il taglio dei parlamentari. E se al Movimento dà possibilità di risollevarsi, definisce spacciato Di Maio: “Ormai non ha più la muscolatura per avanzare”. E ancora: “E’ immaturo e presuntuoso”. L’ultimo appello lo fa al ministro Alfonso Bonafede: “E’ questo il vostro senso di giustizia?”.
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