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martedì 10 dicembre 2019

I presagi nefasti di Limonov: l'Europa presto sarà colonizzata

"Non pensate che Salvini sia un razzista. Lui vede giusto, l'immigrazione è un grande problema. Dovete risolverlo in qualche modo. Avete colonizzato l'Africa e adesso vi colonizzano loro, senza chiedervi il permesso".
Eduard Limonov, poeta, filosofo, scrittore, punk, militante politico del Partito Nazional Bolscevico, combattente, ha presentato il nuovo ultimo libro Il boia, nella sala convegni dell'associazione Gor'kij, nel cuore di Napoli, a via Nardones, nel quartiere di Chiaia.
Le donne e gli uomini presenti in sala,giovani ed anziani,a differenza del sottoscritto e dell'avvocato Mario Colella, sgranano gli occhi come sorpresi. L'autore russo, leader del disciolto Partito Nazional Bolscevico riesce a giustificare Salvini davanti ad una platea, composta per lo più da comunisti, guidata dal senatore Luigi Marino, ed oggi è in viaggio, tempo permettendo, direzione Capri, in pellegrinaggio nei luoghi dove Gork'ij, Lenin e Bogdanov nel 1908 teorizzavano la rivoluzione russa.
Perché Capri? Perché sostiene Limonov c'è stato tutto, ma dimenticatevi di quei russi, di quel popolo di contadini, i russi sono cambiati. Ci sono ben 118 milioni di russi che vivono in Europa? Voi quanti siete? I tedeschi quanti ne sono? Considerazioni giuste per sostenere, da buon nazionalista, che l'Europa è la Russia, non viceversa. 
Più volte, nel corso della presentazione del libro, Limonov, che è stato in carcere per la sua attività politica con il Partito Nazional Bolscevico attacca Emmanuel Carrère colpevole di aver detto sul suo conto, stupidaggini e falsità, inventandosi molte cose, definendolo come un ragazzo borghese che si inventa l'immagine di un teppista.
Un tempo sodale di Dugin, con il quale ha fondato il Partito Nazional Bolscevico, lo scrittore riflette sulle politiche portate avanti da Salvini, l'incubo del 90% dei presenti in sala, avvertendo il pubblico sul problema del radicalismo islamico con presagi davvero funesti in virtù dei quali finirà tutto in una carneficina. 
D'altronde l'Europa ha colonizzato mezzo mondo, ha colonizzato l'Africa, adesso però sta per avvenire l'esatto contrario: l'Europa sta per essere colonizzata. Questa è la vendetta per le crociata, per la cristianizzazione forzata e di messa, per le guerre per i diritti umani. Avete distrutto la Libia, in passato l'Iraq, avete cercato di fare la stessa cosa pure con la Siria. Salvini è un leader politico contemporaneo, non razzista che cerca di far qualcosa, a prescindere dalla bontà o meno delle soluzioni che indica.
Ora dovete vedervela con giovani piene di energia, muscolosi, che stanno arrivando in migliaia. 
Sull'ex sodale Dugin, accreditato dai media come consigliere di Putin,  stimolato da una domanda dell'avvocato Mario Colella, ironizza: lo vedete più voi in Italia, ormai noi non ci sentiamo più, d'altronde lui è un intellettuale, non è stato mai in carcere e non è un consigliere di Putin. Raccontando il simpatico aneddoto di un incontro fortuito dopo una trasmissione televisiva, terminato con lo scambio dei numeri telefonici, con promessa reciproca di sentirsi. Promossa al momento, da entrambi, non mantenuta. Precisando infine che:"la contesta tra me e Dugin la vedete solo voi in Europa, per noi è passato".
Sul post Putin, pungolato dall'avvocato Mario Colella, Limonov ha dichiarato: Putin non è uno zar, è un front men, dietro di lui ci sono almeno 30 gruppi di potere cui deve dare conto, tra questi, servizi segreti e banche. Putin è una autorità e ci stiamo preoccupando della sua successione e di come avverrà. Alcuni dicono che il successore potrebbe essere Medvedev, che è stato presidente, io seguo Peskov, che era un addetto stampa di Putin ed adesso viene definito come un politico a livello statale.
Sui movimenti politici presenti nella vecchia Europa, Limov non si sente vicino né alle sardine, né ai gretini, ma ai gillet gialli che ha avuto l'onore di conoscere nel giugno dello scorso anno.
"Mi hanno fatto un'ottima impressione, precisa il filosofo russo, sono persone semplici, che non amano Parigi, e a giudicare da quelli arrestati, svolgono mansioni molto umili. Per certi versi mi ricordano i compagni di Russia Operaia, per questo mi sento molto vicino a loro".
Qualcuno in platea gli chiede che libri ha letto, quali sono i suoi classici preferiti e lui risponde: i classici? Roba da intellettuali. Ho vissuto 5 anni negli Stati Uniti, 14 a Parigi, ho partecipato a 3 guerre, dalla mia esperienza di vita ho tratto ispirazione per scrivere i miei 81 libri, ma cerco sempre di dimenticare i miei ricordi, i miei sentimenti, perché guardo sempre al nuovo. Finalmente, in questi tempi tristi, dove impera il pensiero debole unico dominante, abbiamo un filosofo, uno scrittore, un poeta, che non vive di ricordi, ma  pensa al futuro e nonostante i suoi 78 anni guarda avanti e va oltre.

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