"La destra ha saputo più di noi cogliere lo smarrimento degli italiani, lo sradicamento di legami antichi, la paura della frammentazione e della dispersione".
Parole chiare, dirette, quelle scritte da Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico nel corso di una lettera al Corriere della Sera, con le quali rende l'onore delle armi a Matteo Salvini, ma dopo poche righe arrivano gli attacchi.
"La destra sovranista in tutto il mondo, e la Lega in Italia, propongono approdi forti e chiari. Certo autoritari, regressivi e intollerabili per noi, illiberali e xenofobi", scrive il segretario del Pd che definisce Salvini "il migliore a raccontare e rappresentare i problemi ma è il peggiore a risolverli". Ecco, dunque, la necessità e l'urgenza per il centrosinistra di portare avanti "un suo rinnovamento ideale, programmatico e identitario" perché negli ultimi anni sono stati troppi "i conflitti", le "separazioni" e gli "egoismi" che hanno punito il campo democratico e progressista.
Il leader democratico rivendica, con orgoglio, che allo stato attuale, il suo partito è l'unico argine all'avanza impetuosa della destra e si domanda: si può continuare cosi? Precisando: sbaglia chi lo vuole picconare, perché cosi si indebolisce addirittura la democrazia.
La soluzione indicata da Zingaretti è quelle delle nuove forme di rappresentanza e di un nuovo statuto del Partito Democratico, precisando che non si tratta di cambiare qualche regola, ma di una scelta politica di fondo.
Cambiare tutto per dare alla complessa democrazia italia un soggetto politico di sinistra, plurale, ricco e partecipato, continua Zingaretti, partendo da Bologna, città capoluogo dell'Emilia Romagna, storico feudo del Pci primi, del Pd oggi, che la destra sovranista di Salvini vorrebbe espugnare.
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