Su quanto accaduto ieri a Napoli, prima e dopo Napoli Eintracht, sono piene le pagine dei quotidiani e dei siti di informazione on line, anche i telegiornali, delle principali emittenti nazionali come di quelle locali, hanno dato ampio spazio con diverse immagini.
di Mario Colella
Ha fatto bene ieri sera Spalletti ad invitare i napoletani a non cedere alle provocazioni. Innanzitutto, penso, quelle della stampa. Il prefetto oggi chiarisce che non c'è stato contatto tra le tifoserie. Il che esclude che questi mentecatti, venuti fin qui sapendo di non poter entrare allo stadio, siano stati provocati. Infatti erano armati fino ai denti e hanno fatto quello che sappiamo. Un'altra provocazione di una stampa che, invece di pensare al campo, al gioco e al traguardo raggiunto dal team di Spalletti, si concentra su eventuali cessioni di giocatori importanti di quella rosa a fine anno, è quella di chiedere come hanno vissuto i napoletani l'arrivo dei barbari e di fare resoconti su questo (un po' sulla falsariga delle indagini sulla scaramanzia per lo scudetto). C'è sempre questo approccio della serie "andiamo a vedere come reagiscono questi a Napule con l'anello al naso". Fosse accaduto a Roma o a Milano o a Bergamo, lo avreste chiesto? Comunque, si può rispondere. I napoletani, eccezion fatta per qualche cretino che c'è ovunque, a questi signori della mittel Europa a cui Nietzsche avrebbe pisciato in testa, non parliamo di Federico Ruggero di Hohenstaufen, non se li sono proprio filati. Erano impegnati con gli striscioni sui balconi, ad andare allo stadio a tifare o a vedere la partita in tv. E non è "il buon cuore dei napoletani", è che proprio ce ne sbatteva le palle. Del resto quello era un problema di ordine pubblico, da gestire dunque da chi ha quel potere. Non lo ha fatto benissimo. Ma a monte c'è pure l'infausta decisione di proibirgli lo stadio, dove avrebbero potuto essere controllati meglio. Ogni proibizionismo aggrava solo i fenomeni, ma i questurini questo non lo sanno.
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