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giovedì 9 marzo 2023

Caso Cospito, Mercogliano: la forza di uno Stato non si misura con un battaglia di principio sul 41 bis








di Luigi Mercogliano

Giornalista esponente Comitato Fermare la Guerra

L'ho detto e lo ripeto: non è facendo una battaglia di principio contro un anarchico tenendolo al 41 bis che lo Stato dimostra la sua forza. Questo governo ancora una volta agisce per slogan e indirizza tutta la sua azione politica verso la logica dell'essere debole con i forti e forte con i deboli. Non sono certo vicino alle idee politiche e alle modalità di esprimerle politicamente del movimento anarchico e ancora di più di Alfredo Cospito. Tuttavia, ritengo che il braccio di ferro che il governo sta conducendo contro l'anarchico che è in sciopero della fame da mesi contro la folle misura del 41 bis sia soltanto uno specchietto per le allodole, un modo per rimarcare una bieca cultura della intransigenza e della inflessibilità tipica di una destra col paraocchi che nel caso di Alfredo Cospito non è necessaria. Addurre, infatti, come motivazione valida per la permanenza al 41 bis di Cospito il fatto che attraverso lui alcuni esponenti di spicco della mafia stiano provando ad esercitare una pressione sulle istituzioni per accelerare il dibattito sulla opportunità di questa misura non è di per sè stessa una valida motivazione. Ritengo infatti che uno stato veramente capace non debba dare l'esempio della valenza di una misura detentiva dura tenendo a oltranza il punto con un detenuto che non è in carcere per reati legati alla mafia. Va invece, a mio avviso, avviato un confronto serio in Parlamento tra tutte le forze politiche per capire se il 41 bis sia indispensabile anche oltre il perimetro dei boss mafiosi, per arrivare finalmente ad un aggiornamento della disciplina normativa che escluda la misura detentiva rigorosa per chi si macchia di altro tipo di reati rispetto a quelli di origine mafiosa. Si e' invecr scelta la strada della propaganda: colpirne uno, per educarne cento. E l'effetto catastrofico della folle scelta del governo è sotto gli occhi di tutti: fibrillazione incontrollata del movimento anarchico nelle piazze e una vicenda, quella umana prima ancora che politica di Alfredo Cospito, che è ormai diventata un caso internazionale che scotta sul tavolo non più soltanto del governo italiano ma anche delle principali istituzioni europee chiamate a rispondere sulla vicenda dai legali dell'anarchico.

Per queste motivazioni, ho aderito con convinzione all'Appello lanciato oggi dai Radicali e da una serie di associazioni, di professionisti, di giornaisti e di movimenti sulle pagine de Il Riformista.

Il Governo faccia marcia indietro e, in coerenza con la Costituzione italiana, porti nelle aule deputate e cioè nel Parlamento italiano il dibattito sulla riforma del 41bis e del carcere ostativo nel rispetto della Carta costituzionale e della dignità della persona e della vita umana.

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