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venerdì 3 febbraio 2023

Caso Cospito, Fratelli d'Italia deve ancora istituzionalizzarsi. L' analisi di Schiavone




di Raffaele Schiavone 

Dal punto di vista comunicativo sembrava che il governo avesse toccato il punto più basso, nei suoi primi 100 giorni alla guida dell’esecutivo, nella lunga -e inutile- querelle contro i benzinai lanciando un generico ed aleatorio “j’ accuse” di mera speculazione all’intera categoria lavorativa. Neanche il tempo di metabolizzare ed ecco che Giovanni Donzelli, parlamentare di lungo corso e numero due di FdI, nonchè vicepresidente del Copasir (organo politico che esercita il controllo del Parlamento sull’operato dei servizi segreti), durante la seduta della Camera di martedì svela dati sensibili -non segreti- circa la detenzione al regime 41bis dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame da più di 100 giorni contro la misura a cui è sottoposto, affinché tale misura sia abolita del tutto. Non è un mistero che la CEDU -corte europea dei diritti umani- per 2 volte consecutive (2018-2019) ha sanzionato l’Italia perché il 41-bis e l’ergastolo ostativo violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per la precisione l’articolo 3 che proibisce la tortura, le punizioni e i trattamenti inumani e degradanti. Occorre ricordare che il 41-bis venne introdotto negli anni 80 inizialmente in via temporanea, ma dal 1992 con la strage di Capaci diventa intoccabile nonostante il parere di alcuni costituzionalisti e di ex magistrati di primo livello come Gherardo Colombo per trent’anni magistrato, oggi scrittore e animatore della discussione pubblica sulla giustizia; in lunga intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica“, Colombo si sofferma in particolar modo sull’incostituzionalità del 41bis che si scontra con l’articolo 13 (ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà ) e l’articolo 27 (che vieta i “trattamenti contrari al senso di umanità“) della Costituzione italiana. In sintesi, afferma l’ex magistrato, i 728 detenuti – di cui 12 donne – al 41 bis in Italia vivono una condizione illegale. Donzelli ha commesso una doppia leggerezza. Non solo ha svelato un dato sensibile, ma ha anche strumentalizzato in chiave complottista, dimenticando che non è più all’opposizione, la visita a Cospito di alcuni esponenti di rilievo del PD come Orlando, Serracchiani e Verini. Probabilmente Donzelli dimentica o peggio ancora ignora che ogni parlamentare- in virtù dello Stato di diritto in cui tutti i poteri pubblici devono agire entro il perimetro della legge, e devono essere soggetti al controllo di organi giurisdizionali imparziali ed indipendenti– ha l’obbligo di interessarsi nonchè di vigilare affinchè il sistema carcerario non mostri delle incongruenze con la nostra carta costituzionale. Basta ricordare che Il 2022 per le carceri italiane è stato “l’anno dei suicidi” secondo l’ Associazione Antigone, con il numero di 84 morti che non era mai stato raggiunto da quando il dato viene registrato. Vittime di Stato, perché lo Stato italiano è l’unico responsabile delle condizioni inumane e degradanti a cui queste persone sono sottoposte, tra sovraffollamento, abusi fisici e psicologici e negazione dei diritti più basilari. Voiltare era solito affermare: “La civiltà di un Paese è data dalle condizioni delle sue carceri”, su questo la nostra nazione ha ancora tanto da lavorare.

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