Se devo riassumere molto velocemente, la genesi di Fratelli d'Italia è iniziata quando pensavamo di stare stretti nel Popolo della libertà . Quando si decise di non fare le primarie con Angelino Alfano, che secondo Berlusconi non aveva il quid. Decidemmo da lì a pochi giorni di fare un percorso unico, questa è la prima separazione consensuale, senza litigare". Riassume così il presidente del Senato Ignazio La Russa, al decennale di FdI, intervistato da Bruno Vespa, il principio di quel percorso che dal 2% ha portato Fdi a palazzo Chigi. Sono i "10 anni di amore per l'Italia" che congiungono idealmente questi due punti, dice La Russa, nella convinzione però che i due punti siano solo tappe e che il traguardo sia ancora tutto da scrivere.
E' la festa dell'orgoglio, quella che celebra Fdi tornando in piazza, per quella scelta di 10 anni fa che ha pagato con la guida del governo e la prima donna a Palazzo Chigi. Nel tendone allestito fino a sabato in piazza del Popolo a Roma, niente trionfalismi né troppa retorica da amarcord. Entusiasmo sì (del resto la vittoria elettorale del 25 settembre non è mai stata festeggiata davvero) unito alla certezza di essere (ancora) dalla parte giusta.
La Russa mette subito le cose in chiaro: "Che effetto mi fa essere qui da presidente del Senato? Mi sembra come quelli che hanno fatto una breve vacanza e tornano a casa, e capiscono che in nessun posto si sta bene come a casa. Non avrei mai pensato 15 anni fa di fare il presidente del Senato, nemmeno 15 mesi fa, mentre non ci ponevamo limiti rispetto alla nostra scelta: che le nostre idee con le nostre gambe, con le gambe dei nostri figli avrebbero trionfato, ne ho sempre avuta la certezza assoluta"
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