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lunedì 26 dicembre 2022

Crisi Lega, i paragoni di Borghezio: "Bossi come Che Guevara. Salvini? Pecca di umiltà e coraggio"





Il malessere che attraversa la Lega ha molto a che fare con le vecchie battaglie della Lega Nord. Le conosce bene Mario Borghezio, storico esponente della Lega Nord, ex parlamentare europeo  che intervistato dal collega Stefano Pagliarini per Today ha detto: serve una amnistia nella Lega.
Intervista che riportiamo integralmente.

Il malessere che attraversa la Lega ha molto a che fare con le più arcaiche battaglie di quella che un tempo era la Lega Nord. Che il partito stia attraversando un momento difficile, lo dicono i risultati dei congressi. C'è chi sta con Matteo Salvini e chi, come ha detto in una intervista a Today l'eurodeputato Angelo Ciocca, pensa che il "Capitano abbia fallito". La corrente frondista è silente da anni perché in minoranza ma ora è tornata ad alzare la testa. Tra i primi a finire in quella minoranza era stato l'ex eurodeputato Mario Borghezio. Non appena Salvini è diventato segretario federale, è scomparso dai radar. Oggi è tornato a farsi vedere a Montecitorio.

Borghezio, Salvini sbaglia?
"Di fronte a una situazione di malessere profondo della base nordista come quella che sta emergendo, il segretario federale avrebbe potuto raccogliere un buon insegnamento dal capo storico della Lega".

Umberto Bossi?
"Sì. Lui, di fronte a posizioni diversificate, avrebbe trovato modo di legittimare quella base e "governarla", come ha fatto in molte occasioni, commettendo a volte anche degli errori ma senza mai dimenticare di essere a capo di un movimento fortemente identitario".

Cosa faceva Bossi per "governare" quelle minoranze?
"Piuttosto quello che non ha fatto Salvini. Direi che Salvini non ha fatto quello che farebbe un capo avveduto e capace di tenere insieme anime di un movimento sostanzialmente diverse o, per meglio dire, tenere unite l'anima identitaria con il corpaccione del partito politico italiano, cioè la Lega per Salvini Premier. Dico italiano non in senso negativo o spregiativo ma nel senso che deve rappresentare interessi e spinte di tutto il Paese".

Ma quindi cosa deve fare Salvini?
"Salvini deve tenere conto, e faccio appello alla sua intelligenza politica perché lo faccia meglio tardi che mai, che esiste un sentimento diffuso, che ha creato la Lega, ha fatto la forza della Lega e fortifica il radicamento territoriale della Lega tradizionale nel nord. Salvini deve riconoscere piena legittimità a chi, nel nord, ritiene centrale la questione settentrionale e il richiamo ai diritti imprescrittibili del nord alla sua piena libertà".
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Cosa intende con "dare legittimità a quella parte"?
"È urgente, per usare un linguaggio borbonico, una amnistia nei confronti di quelli che si sono sentiti trascurati, ignorati, emarginati e, in qualche caso, anche beffati. Non esistono cretini attaccati ai temi del nord, come qualcuno ha voluto leggere nel non detto di Salvini. Esiste una parte profondamente radicata e indistruttibile al nord, che non si rassegnerà mai a considerarsi la stessa cosa di quella parte dell'Italia, che vota pensando solo al Reddito di cittadinanza".

Lei ha parlato di emarginati, Salvini ha monopolizzato il partito?
"Salvini sbaglierebbe se continuasse a ignorare l'importanza strutturale di questa componente. Occorre un riesame della questione di questa componente, verso la quale sarebbe sbagliatissimo continuare con i provvedimenti più duri e le espulsioni".

Bossi si comportava diversamente?
"Era l'unico a essere un rivoluzionario, più simile a Che Guevara che san Francesco, però aveva la capacità e la saggezza, al momento opportuno, di mettere il saio opportuno".

Cosa manca quindi a Salvini che Bossi aveva?
"L'umiltà, il coraggio e il senso di rappresentare una storia. I grandi uomini politici sono quelli che sanno tornare sui propri passi".

Eppure Salvini si è fatto portatore della battaglia per l'autonomia.
"Sicuramente è un tema importante e la Lega ha la fortuna di avere un Panzez della politica come Calderoli, che la sta spingendo. Ma non basta. Ci vuole piena libertà di espressione e di manifestazione dei propri sentimenti profondi, per mobilitare e tenere legata alla Lega questa componente essenziale".


È quella che pensa ancora alla secessione del Nord?
"È quella che tiene di più alla libertà del nord, che non è per forza secessione, piuttosto che a qualche posizione politica di sottogoverno".

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