Il sostegno al governo sul dossier Ucraina non è in discussione. E tuttavia, fa sapere la Lega: "Ciò che chiediamo è non mantenere un atlantismo assoluto e acritico, che ricorda la posizione molto sostenuta dal precedente governo – di cui lo stesso Carroccio faceva parte, con tanto di ministri – ma optare per un atlantismo più equilibrato e ragionato". Intervenendo in Senato, in occasione delle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sulla proroga degli aiuti militari a Kyiv, il capogruppo leghista a Palazzo Madama Massimiliano Romeo spiega la posizione del suo partito rispetto al conflitto ucraino. E in più di un passaggio si coglie una certa insofferenza rispetto alle scelte e alla strategia del governo Meloni. Con punte che sembrano strizzare l'occhio a Vladimir Putin e alla vulgata del Cremlino.
Lo si capisce sin dal passaggio iniziale pronunciato da Romeo: "Piaccia o non piaccia", scandisce il senatore, "gli accordi internazionali si rispettano ed è per questo motivo che la Lega ha sottoscritto e voterà la proposta di risoluzione di maggioranza, oltre le altre proposte di risoluzione su cui il governo ha dato parere favorevole". Piaccia o non piaccia. Nel frattempo Crosetto aveva dato il via libera alle mozioni di Pd e Terzo Polo (bocciando quella del M5s) e nonostante le critiche, più o meno velate, la Lega ha poi votato in maniera conseguente a quanto annunciato. Mentre alla Camera la premier Meloni ribadiva il sostegno all'Ucraina.
Ma Romeo ha voluto chiarire quale sarà il ruolo della Lega. "Il punto è capire dove ci porterà il continuare a inviare delle armi - questa è un po' la domanda che si pongono tantissimi italiani - senza contestualmente aprire un credibile canale di compromesso e di dialogo tra le parti. Ci porterà verso una pace giusta? Ci porterà verso una lunga guerra di logoramento stile Afghanistan o ci porterà a una escalation militare?", si chiede il capogruppo indicando il doppio binario su cui il governo dovrebbe muoversi, senza cedere alla "retorica bellicista a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi" e che "ci piace poco".
E ancora, rivolgendosi direttamente a Crosetto: "Signor ministro pensiamo che la strada maestra sia questa e occorra andare in questa direzione soprattutto perché finché si continuerà a pensare che qualsiasi gesto di apertura al dialogo equivalga a dare ragione a Putin, nessun percorso di pace sarà possibile". In un altro passaggio Romeo ha poi detto che "occorrerebbe un po' più di realismo politico che porti al più presto ad arrivare almeno a una tregua" e se l'è presa con "il muro del politicamente corretto", che impedisce – lascia intendere il leghista – un dibattito efficace.
Per questi motivi, sostiene ancora il senatore, l'Italia dovrebbe tornare a giocare un ruolo più neutrale sullo scenario internazionale: "Nel contesto dell'Alleanza atlantica l'Italia ha sempre avuto una posizione più di mediazione, anche in ragione della sua posizione geografica, anche durante la Guerra fredda nei rapporti con l'ex Unione Sovietica. Basti pensare anche ai rapporti con il Medio Oriente. L'Italia è stata spesso mandata avanti dagli Stati Uniti per cercare di capire le posizioni e le situazioni". E insomma ha concluso Romeo, "con calma, garbo e gentilezza, la nostra posizione deve essere volta a cercare di arrivare a un tavolo credibile per il negoziato di pace. Questa è la strada che vogliamo portare avanti. Questa è la posizione che la Lega
Fonte Il Foglio
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