"Non date retta ai sondaggi" ha detto Matteo Salvini nell’ultima riunione con i suoi parlamentari. I dati in effetti non sono esaltanti. La Lega è finita sotto l’8%. Nelle prossime settimane potrebbe essere superata al quarto posto dal terzo polo di Calenda e Renzi.
Le voci di messa in discussione della leadership di Salvini non sono inverosimili e dal resto si sono palesate anche all'indomani del voto del 25 settembre, giorno in cui il risultato del Carroccio è stato al di sotto di ogni più funesta aspettativa.
Malgrado ciò la guida dell'attuale segretario resta saldo. Almeno per ora. Infatti nessuno pensa che con un governo di centrodestra nato da poco più di un mese si possa aprire una crisi dentro il secondo partito della coalizione. Inevitabili sarebbero gli strascichi anche sulla vita dell'esecutivo.
La prima a saperlo è Giorgia Meloni che anche per questo gli ha riconosciuto il ruolo di vicepremier e che continua a evitare di reagire anche ad alcune dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture che più di una volta ha provato a fare il controcanto alla premier.
Un altro dettaglio, da non trascurare, sono le elezioni regionali in Lombardia. La conferma di Attilio Fontana, alla guida della principale regione italiana sembra molto probabile grazie anche all'opposizione che si presenta con due candidati Letizia Moratti con il Terzo Polo, Pierfrancesco Majorino per il Partito Democratico (Movimento Cinque Stelle al momento non pervenuto.
.Certo il risultato delle singole forze politiche peserà e se la Lega, che ha anche il candidato Governatore dalla sua, non recupererà qualche punto su Fratelli d’Italia il malessere nel Carroccio è destinato ad aumentare. Ma sempre fino a un certo punto.
Ma diciamo la verità. Al momento non c'è una alternativa a Salvini. L'ipotesi Zaia è al momento fuori portata e lo stesso presidente del Veneto lo ha fatto capire. Anche perché bisogna intendersi su cosa vuole essere la Lega. La morte di Roberto Maroni con Umberto Bossi ancora in ospedale fotografano la fine di una storia che non si resuscita rilanciando la riforma per l'Autonomia differenziata ogni volta che la Lega è al governo. La conferma arriva proprio dagli elettori, da quello zoccolo duro del Carroccio che dopo aver votato in massa per l'autonomia del Veneto e un po’ meno per quella della Lombardia ha scelto comunque di abbandonare la Padania scegliendo il tricolore di Giorgia Meloni che ha portato Fratelli d'Italia a essere il primo partito anche nelle Regioni del Nord. C’è chi imputa questa sconfitta solo ed esclusivamente a Salvini. E certo, come ogni leader, maggiore è la sua responsabilità. Ma non basta a metterlo da parte.
Il momento della verità arriverà probabilmente con il voto delle europee, nella primavera del 2024: lì si traccerà una riga perché da lì si rivedranno anche i rapporti di forza all’interno del centrodestra e nel governo; fino ad allora il Capitano, nonostante le falle aperte, resterà al timone della nave.
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